Larry Page diventa Ceo di Google

A partire dal prossimo aprile Larry Page, 38 anni, co-fondatore di Google, sostituirà Eric Schmidt, 55 anni, nel ruolo di Ceo.

La decisione, che prevede il passaggio di Schmidt alla funzione di presidente esecutivo, è di quelle che lasciano perplessi. Nel nuovo ruolo, Page sarà affiancato dal suo compagno di avventura di sempre, Sergey Brin, 37 anni, il quale assumerà la responsabilità dello sviluppo di nuovi prodotti e soluzioni strategiche.

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Per quanto la decisione sia ufficialmente motivata dalla volontà di snellire i processi decisionali e semplificare la struttura manageriale dell’azienda, rendere Google più reattiva e meno burocratizzata, non si nascondono futuri nuovi scenari.

C’è chi è arrivato a insinuare che il passaggio di Schmidt a un ruolo meno operativo e più politico potrebbe rappresentare il primo passo per una dipartita e futuro approdo in Apple al posto di Steve Jobs, ma l’impressione è che questa ipotesi appartenga più alla sfera della fantapolitica. Il passaggio di consegne cambia poco o nulla nella sostanza.

Di fatto Page e Brin costituiscono da tempo i driver dell’innovazione e delle decisioni strategiche assunte nell’ultimo periodo in Google mentre Schmidt deteneva un ruolo più prettamente politico e di relazioni con il mondo esterno. Per Page e Brin significa dunque avere una libertà maggiore nell’esecuzione e implementazione di nuove strategie.

Schmidt, intanto, incassa un premio di 100 milioni di dollari (in azioni Google), la cifra più alta mai pagata da Google a un top manager. Nel frattempo il Ceo vende una quota (335 milioni di dollari) del suo pacchetto di azioni il cui controvalore attuale è di 5,8 miliardi di dollari, Operazione che non modifica il suo peso azionario, basti pensare che a seguito della cessione di 335 milioni il suo diritto di voto passa dal 9,6% al 9,1%.

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In base alle ultime indiscrezioni Google ha generato nel corso del 2010 un fatturato di 29 miliardi di dollari mentre l’attuale capitalizzazione di mercato è di 195 miliardi di dollari, una cifra enorme, ma che comunque è inferiore sia a quella di Apple, pari oltre 300 miliardi di dollari sia a quella di Microsoft (239 miliardi).