Sb(I)ancato?

Il servizio Bancomat è stato introdotto in Italia circa ventotto anni fa (per la precisione il 23 Novembre 1983). Mi rammento benissimo quei tempi (ahimè non sono purtroppo di “primo pelo”) anche perché avevo iniziato da poco a lavorare e con l’apertura del conto in banca mi regalarono anche quell’affascinante tesserina di plastica.

Affascinante almeno per me, giovane laureato che si affacciava alla vita professionale con tanto entusiasmo: si poteva prelevare denaro quando si voleva e anche in qualsiasi banca che aveva questo sportello automatico, ma per la maggioranza delle persone questo servizio non attecchì subito. Le banche dovettero convincere la clientela, spingendosi a offrire gratuitamente la carta. A quasi trent’anni di distanza il bancomat è diventato consuetudine.

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Questa carta di debito è ormai complementare – a volte sovrapposta – alle cugine carte di credito. Con il bancomat si possono pagare merci al supermercato, bollette alla posta o accedere ai tanti servizi disponibili allo sportello automatico. Ma continuo ad osservare in particolare nelle persone più anziane, sempre una sorta di piccolo disagio nell’uso, o per un’atavica diffidenza negli strumenti tecnologici o forse più banalmente per la paura di essersi dimenticati il PIN. Così vedo mani leggermente tremanti, volti contratti, sudorazione nel momento del fatidico momento d’uso, insomma li noto spesso “sbiancato al bancomat”.

A loro ho pensato subito quando ho letto la notizia in arrivo dalla Russia di un prototipo di bancomat in grado di comprendere se la persona che lo sta utilizzando sia in malafede. Questo vero e proprio sportello bancario del futuro (permetterà di tutto: dall’apertura di un conto, alla richiesta di un prestito o di una carta di credito) capirà le generalità del cliente attraverso una scansione di un documento, la registrazione delle impronte digitali e l’esecuzione di una scansione multidimensionale del volto.

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Poi, quale simulacro di una novella sfinge, farà all’umano innanzi alcune domande banali. A questo punto un apposito software sviluppato ad hoc da un’azienda che pare serva anche l’FSB (l’agenzia russa che ha sostituito il KGB) sentenzia se la persona sia o meno affidabile, ovvero se sia onesto o stia mentendo, decidendo quindi se far andare la macchina avanti o meno con l’operazione richiesta.

Quando tutto ciò sarà operativo anche nelle nostre strade, nei nostri supermercati, nelle nostre poste a quanti vecchietti – tremolanti davanti alla macchina inquisitoria – saranno allora negati i denari richiesti, la merce o il pagamento della bolletta? Quanti invece gli scaltri che, con abili trucchi da hacker e da sfrontati attori, avranno invece soldi e servizi senza averne alcun diritto? “Retrogrado antitecnologico”, “nuovo luddista”, staranno pensando ora di me molti di voi…ma non è così, io sono appassionatamente attratto da tutte le novità tecnologiche, solo che invecchiando mi piace sempre di più pensare che al centro di tutto debba esserci sempre l’utilizzatore finale, indipendentemente dalla sua preparazione, cultura o età.

So che il sistema proposto è ideato per ridurre le frodi, e quindi gli auguro tutto il bene possibile per il futuro, ma cerchiamo di realizzare a un mondo diverso da quello immaginato nella fortunata serie di film su “Matrix” o almeno proviamoci!

Meditiamo, gente, meditiamo …:-)

Tratto dall’editoriale della newsletter di DMO. Per iscriverti alla Newsletter registrati al portale cliccando qui

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