Le rilfessioni del nostro Netman sulla Cina e la tortura tecnologica inflitta agli abitanti delle sue carceri…
La Cina ha una cultura millenaria. Tantissime innovazioni e invenzioni provengono da quell’affascinante paese, anche in quei campi che non possono dirsi certo ai primi posti di un’ipotetica classifica “etica”.
Ad esempio se parliamo di quella forma barbara e inumana, utilizzata soprattutto per punire o per estorcere informazioni, ovvero della tortura, mentre nell’Europa medioevale, oscurata dall’inquisizione, si utilizzavano le tecniche più macabre, dalla vergine di ferro alla ruota, in Cina si utilizzavano metodi che superficialmente potevano apparire più raffinati e meno cruenti, anche se poi alla fine si dimostravano di fatto ancor più terribili.
Ad esempio basti pensare alla tortura del solletico, in cui spennellando una piuma alla pianta dei piedi si poteva portare il poveretto di turno all’infarto, oppure quella cosiddetta della goccia, dove facendo scendere una goccia dietro l’altra nello stesso punto – ad esempio in testa – si portava il povero alla morte dopo dolori inimmaginabili.
A quanto pare però i cinesi di oggi hanno fatto passi importanti anche nella tortura, almeno a quanto si legge da una notizia apparsa recentemente sul quotidiano inglese “The Guardian” che ha raccolto la testimonianza di un ex-galeotto cinese, che ci narra di una particolare tortura cui è stato sottoposto insieme a centinaia di altri malaugurati come lui.
Una sorta di “lavori forzati tecnologici” perché dice che erano costretti dalle guardie a rimanere per quasi tutta la loro giornata davanti a PC giocando continuamente a dei videogiochi online, in particolare a World of Warcraft, obbligati a conquistare più oggetti virtuali possibile, che successivamente i custodi avrebbero potuto rivendere poi ad altri giocatori in rete, incamerando molto denaro sonante!
Pensandoci bene credo che nel mondo ci siano parecchie persone, non detenute in alcun carcere reale, che farebbero la stessa operazione senza problemi anzi con sommo piacere, solo per il gusto di stare davanti a un videogioco sine die. Come li potremmo chiamare? M@sochistici oppure masotechincs? Non so, certo è che il mondo è ben strano….meditiamo, gente, meditiamo …:-)
Tratto dall’editoriale della newsletter di DMO. Per iscriverti alla Newsletter registrati al portale cliccando qui
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