NASA: il nucleare ha salvato 2 milioni di vite

Secondo uno studio dell’agenzia spaziale, dal 1971 al 2009 ci sono stati 2 milioni di morti in meno per le emissioni di CO2 grazie al nucleare

James Hansen, direttore della NASA, che è sotto attacco hacker da 2 anni, ha redatto uno studio, con il supporto di Pushker Kharecha del Goddard Institute for Space Studies di New York, sulle morti causate dalla produzione di energia in tutte le sue fasi. Dai dati è emerso che il nucleare ha meno incidenza mortale dei combustibili fossili e del gas naturale.

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Quasi 2 milioni di morti in meno

Nello studio si evidenzia come il nucleare abbia risparmiato 1,84 milioni di morti per inquinamento e 64 milioni di tonnellate di CO2. Inoltre, le stime dicono che sfruttare la forza dell’atomo potrebbe salvare entro il 2050, anno in cui gli USA pensano di debellare la dipendenza dal petrolio, tra le 420mila e i 7 milioni di vite. Inoltre si introdurrebbero tra gli 80 e i 240 milioni di tonnellate di anidride carbonica in meno nell’atmosfera. Il nucleare sarebbe responsabile di “solo” 5mila morti dovuti a incidenti come quello di Fukushima, i cui effetti sono stati fotografati da Street View, e per tumori derivanti dalla esposizione a radiazioni.

Le rinnovabili sono l’unica via

Non tutti sono però d’accordo sul fatto che il nucleare sia un deterrente sicuro e affidabile per eliminare la dipendenza dal petrolio. Il WWF ha per esempio ha stimato che basterebbe l’1% del suolo adibito a pannelli solari per soddisfare l’intero fabbisogno energetico mondiale. Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club, non nega che i combustibili fossili siano responsabili di numerose morti ma sottolinea anche come i costi di gestione e costruzione di una centrale nucleare non siano competitivi. “La soluzione non può che venire da efficienza e rinnovabili: solo così si potrà abbattere drasticamente in pochi decenni l’uso di carbone e petrolio”, spiega Silvestrini.

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