Microsoft rilascia il Law Enforcement Report

L’azienda di Redmond rilascia l’ultimo report sulle richieste di accesso dati fatte dai governi. Skype, per ora, è al sicuro

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Il secondo Law Enforcement della sua storia copre la metà del 2013. Microsoft rivela il numero delle richieste governative di accesso ai dati degli iscritti evidenziando come, almeno a livello di numeri, le cifre siano più o meno le stesse delle precedenti, confermando come l’interesse dei controllori nei riguardi della rete è sempre stato alto. Il totale delle richieste ricevute è pari a 37.196 per un numero di utenti specifici pari a 66.539. Il 20,6% delle richieste non ha portato alla consegna di alcun dato perché riguardanti contenuti con “nessuna informazione rilevante” (errori di digitazione in fase di richiesta, account spam o cancellati).

Il ranking: Italia nelle ultime posizioni

Gli Stati Uniti sono ben saldi in prima posizione nella speciale classifica di governi più solerti a richiedere i dati a Microsoft con 7.014 richieste che interessano ben 18.809 utenti, un numero che però non deve far sorprendere vista la mole di statunitensi connessi in rete. Altri paesi con numeri di richieste rilevanti sono la Francia, il Regno Unito e la Germania con Brasile e Australia con poco più di 1.000 richieste cadauno e Spagna e Italia ancora meno. 

Skype al sicuro?

Nel report sono anche evidenziate le richieste che riguardano Skype. Rispetto a quelle complessive qui il numero è certamente inferiore con una percentuale in crescita di domande respinte per la mancanza dei “requisiti giuridici” di base. Come Microsoft aveva già detto nel 2012, anche quest’anno non è stato consegnato ai governi alcun contenuto degli utenti Skype, con l’invio limitato ai metadati degli iscritti tra cui i nomi degli account, le informazioni sugli indirizzi IP e i luoghi di connessione. Ma sappiamo bene che non serve alcuna richiesta alla NSA per sapere con chi chattiamo.

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