Microsoft in pressing su contraffazione e pirateria digitale

Cambio della guardia al vertice della divisione di lotta alla contraffazione

Giorni roventi quelli che si vivono in Microsoft dopo l’insediamento di Satya Nadella, con il titolo che vola in borsa e raggiunge le quotazioni degli anni del boom della “new economy”; merito dei numeri positivi che arrivano dalle vendite di Xbox One, il cui lancio è previsto nei prossimi mesi in altri ventisei paesi e dall’entusiasmo suscitato prima dall’annuncio e poi dalla presentazione a San Francisco della versione per iPad di Office da parte dello stesso Nadella, deciso a rafforzare l’integrazione con la piattaforma mobile di Apple. Una svolta importante, in linea con la strategia sintetizzata dal neo-CEO “Mobile first, Cloud first” che presenta però anche dei rischi, a cominciare dall’incognita ricavi, subordinati secondo le prime indiscrezioni, alla sottoscrizione al servizio Office 365. Ma non si tratta solo di questo. Come ci conferma Simonetta Moreschini, il nuovo direttore della divisione a tutela del Software Originale di Microsoft, Office su cd/dvd è da sempre l’applicativo in assoluto più contraffatto. Diversa la situazione con i sistemi operativi per i quali Microsoft ha sviluppato un ecosistema virtuoso con costruttori, partner e clienti.

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«A partire dai nuovi pc sui quali si fa in modo che non siano venduti senza software originale, passaggio piu’ difficile invece per  Office e gli altri applicativi» spiega Moreschini, che con l’ausilio di un team di professionisti guida lo sviluppo del piano a supporto dell’utilizzo di software originale. «Un programma apprezzato da partner e clienti, per l’opportunità che rappresenta in termini di valore aggiunto e di consapevolezza sul proprio ambiente IT» precisa Moreschini. Del resto i numeri della contraffazione parlano chiaro: 500 miliardi di dollari a livello mondiale  per risolvere i problemi provocati dal malware caricato su software contraffatto; altri 127 miliardi per gestire i problemi di sicurezza e 364 per affrontare le violazioni dei dati. Queste le stime dei danni a carico delle aziende secondo lo studio condotto da IDC in collaborazione con la National University of Singapore (NUS) e commissionato da Microsoft in occasione di “Play It Safe“, la campagna internazionale di sensibilizzazione sui pericoli connessi al malware e alla pirateria digitale. Sorprendente anche il dato relativo al numero di installazioni di software contraffatto – quasi il 20% – effettuato dai dipendenti, dato significativo non solo per le implicazioni di natura economica. «Lo studio prende in esame un campione molto grande di risposte  e su una vasta geografia. Infatti bisogna tenere conto delle differenze anche sensibili tra aree geografiche» puntualizza Moreschini. «Indubbiamente si tratta di numeri di business importanti che prefigurano margini di intervento elevati, per i quali giocano un ruolo molto importante sicuramente i CIO delle aziende che in sede di deployment del software oggi dispongono di tutti gli strumenti per non lasciare spazio a iniziative incontrollate da parte del singolo i dipendente» argomenta Moreschini.

Connesso al tema della contraffazione è in questi giorni molto di attualità quello del supporto. Nel caso di XP come tutti sanno durerà sino al prossimo 8 aprile. «Non affrontare il tema della migrazione può rappresentare un rischio. Purtroppo XP al quale i nostri utenti sono così affezionati è ormai prossimo alla fine del supporto» osserva Moreschini. Il supporto XP su base selettiva può essere richiesto  ma si tratta di una soluzione decisamente più costosa di un qualsiasi progetto di migrazione ad un ambiente attuale». In realta’ sensibili come quelle delle Banche sono gia’ iniiziati da tempo iniziato progetti di  migrazione. Per quanto riguarda in maniera specifica XP embedded sui POS  va comunque detto che poiché XP è installato su macchine non direttamente esposte su internet, i pericoli almeno sulla carta sono più contenuti. Il problema più urgente secondo Moreschini è un altro. «Riguarda la PA certamente; e tutti quegli enti, cioè, dove i pc vanno su internet, ricevono e accettano le prenotazioni, gestiscono apparecchiature medicali ecc. e che quindi a partire dal 9 di aprile saranno esposti a rischi notevoli» conferma Moreschini.

Come darle torto. E nemmeno conforta sapere che anche in altri paesi, settori come la Sanità sono a rischio; nel Regno Unito, per esempio, dove si calcola che su oltre un milione di pc gira ancora Windows XP.

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