Micro Focus annuncia una nuova ricerca in ambito globale sulla gestione del debito IT

Quasi la metà dei leader del settore non conosce l’ammontare delle proprio debito IT. Molti non sono in grado né di valutarlo né di gestirlo

Il 46% dei decision maker nel settore IT ammette di non conoscere l’ammontare del proprio debito IT e questo genera una passività di bilancio occulta per le aziende, aumentando i rischi. Il debito IT è il costo associato alle attività necessarie per aggiornare il portafoglio di applicazioni aziendali.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Questi risultati sono stati pubblicati in “Mainframe Transformation: the Elephant in the Room”, una ricerca indipendente compiuta a livello globale da Vanson Bourne e commissionata da Micro Focus, azienda leader nella fornitura di soluzioni di enterprise application modernization, testing e management, enterprise application modernization, testing e management.

590 responsabili dei sistemi informativi e direttori IT provenienti da ogni parte del mondo hanno valutato l’ammontare medio del proprio debito IT pari a 10,9 milioni di dollari, di cui 8,5 milioni attribuiti alle applicazioni mainframe. L’aumento medio stimato del debito IT sarà del 9% nei prossimi cinque anni.

Secondo Gartner, il debito IT raggiungerà globalmente 1 trilione di dollari nei prossimi cinque anni. Nel suo report 2012 “Planning Guide: Application Deliery Strategies”, Gartner suggerisce ai leader del settore di dare inizio ad un programma di gestione del debito per meglio valutare e affrontare questa passività.

Nonostante ciò, il 44% dei decision maker nel settore IT ha dichiarato nella ricerca di non disporre di alcun processo strutturato per valutare e gestire il debito IT – o non sa dire se tale processo sia disponibile – e il 45% degli intervistati che non dispongono di tale processo non prevede di implementarlo in futuro.

Leggi anche:  Flessibilità di orario più importante di quella di luogo per un lavoratore italiano su 3

Gli utenti dei mainframe non verificano accuratamente le applicazioni

Malgrado le ammissioni relative al debito IT, l’87% degli intervistati da Micro Focus per la ricerca, conferma di disporre di un processo di revisione strutturato e di una strategia per il portafoglio di applicazioni, che viene verificato in media ogni quattro mesi. Rispondendo a domande più specifiche, oltre metà degli intervistati (57%) ammette tuttavia di non avere le idee chiare. Per esempio:

– ben un intervistato su 20 confessa che il proprio portafoglio di applicazioni è “un caos”.

– quasi uno su cinque (18%) afferma che il portafoglio contiene alcune applicazioni legacy che nessuno sa come aggiornare o è disposto a toccare.

– il 18% conferma di avere applicazioni ridondanti che sfruttano MIPS inutilmente, ma non ha i mezzi per identificarle ed eliminarle.

– secondo il 15% degli intervistati, le fusioni e acquisizioni hanno reso poco chiaro il quadro delle applicazioni a disposizione, delle relazioni tra le applicazioni e di quali andrebbero eliminate.

“La ricerca indica come le organizzazioni IT procedano per tentativi nella revisione e aggiornamento delle applicazioni, creando una pericolosa passività di bilancio. Dovrebbero invece installare un nuovo motore” afferma Stuart McGill, Chief Technology Officer di Micro Focus. “È poco probabile che questo approccio consenta di creare un portafoglio di applicazioni atte a fornire dei perfetti servizi operativi per supportare senza interruzioni le esigenze dell’azienda. Nell’arco di questo decennio, le organizzazioni IT dovranno diventare sempre meno ossessionate dai progetti e sempre più dagli asset – soprattutto se intendono sfruttare nel modo migliore quel 27% del budget IT annuale che, secondo gli intervistati, viene allocato per l’utilizzo, la gestione e il miglioramento dell’integrità delle applicazioni mainframe e dei rispettivi asset”.

Leggi anche:  TeamSystem acquisisce Change Capital

McGill continua affermando: “Ciò trasforma la gestione dell’APM in un imperativo strategico. Purtroppo è difficile attribuire un ROI (Return Of Investment) immediato all’APM, poiché si tratta di un valore nel medio/lungo termine. Ciò si scontra con la mentalità di molti leader del settore IT: quella di reagire efficacemente e rapidamente alle mutevoli esigenze del business nel breve termine”.

Il rebus della modernizzazione delle applicazioni

La familiarità con il proprio portafoglio di applicazioni è accompagnata da un rebus sulla rispettiva modernizzazione. Nell’ambito di questa ricerca Micro Focus, i responsabili dei sistemi informativi e direttori IT sono stati intervistati sulle alternative disponibili, relativamente all’esigenza di nuove funzionalità nelle attuali applicazioni mainframe:

– il 46% degli intervistati preferisce sviluppare altro codice.

– il 41% preferisce sostituire l’applicazione con un pacchetto COTS (Commercial Off-The-Shelf).

– tra gli intervistati che hanno scelto la soluzione COTS, il 56% la considera più semplice da implementare rispetto alle alternative, il 32% la ritiene meno rischiosa e il 33% cita la difficoltà di reperire personale competente in mainframe e COBOL.

In contrasto con questa preferenza delle soluzioni COTS, il report indipendente Modernization: Clearing a Pathway to Success di The Standish Group ha effettuato un confronto oggettivo tra costi, rischi e ROI associati rispettivamente alla riscrittura di un’applicazione specifica, alla sua modernizzazione e all’acquisto di un pacchetto COTS. Il risultato è che la modernizzazione dell’applicazione ha la maggiore probabilità (53%) di venire completata in tempo, senza sforare il budget e con l’inclusione di funzionalità critiche. La percentuale di successo della sostituzione dell’applicazione con un pacchetto COTS è del 30%, mentre il valore scende al 4% se l’applicazione viene completamente riscritta usando gli strumenti e le tecniche più recenti.

Leggi anche:  Il nuovo corso di Prysmian presentato durante un evento esclusivo per i dipendenti

Piani di modernizzazione delle applicazioni

La ricerca Micro Focus indica inoltre che:

· il 14% degli intervistati conferma di avere già iniziato a estendere ai dispositivi mobili l’accesso alle applicazioni mainframe modernizzate, mentre il 49% prevede di farlo nei prossimi dodici mesi.

· il 16% afferma di avere già iniziato a spostare nel Cloud le applicazioni mainframe, mentre il 42% prevede di farlo entro l’anno prossimo.

Complessivamente, l’87% degli intervistati intende modernizzare almeno un’applicazione importante entro i prossimi dodici mesi. In ordine di priorità, si tratta di applicazioni destinate ai dipartimenti del personale, gestione dei processi di business, gestione di progetti e portafoglio, CRM (Customer Relationship Management), finanza/contabilità ed ERP (Enterprise Resource Planning). I tre fattori principali che influenzano le decisioni relative alla modernizzazione delle applicazioni mainframe sono la riduzione dei costi delle licenze di hardware e software, l’aumento dei livelli di affidabilità, produttività e rapidità delle attività aziendali e l’adattamento dei sistemi IT alle future esigenze di crescita e innovazione.

Gli intervistati hanno indicato che l’11% del personale IT con responsabilità su mainframe e applicazioni raggiungerà l’età pensionabile mediamente entro cinque anni.