Ict 2009, l’anno peggiore

Le anticipazioni dei dati dell’annuale Rapporto Assinform mostrano quadro decisamente negativo relativo ai comparti It e Tlc durante il 2009, ma anche le previsioni per quest’anno non sono proprio confortanti

«I nostri associati erano più ottimisti a settembre che non a gennaio», afferma il presidente di Assinform, Paolo Angelucci, riportando le conclusioni di una survey dell’associazione aggiornata trimestralmente, durante la presentazione in anteprima del Rapporto Assinform 2010. E i dati danno ragione a loro.

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Infatti, dopo «esserci lasciati alle spalle il 2009, il peggiore degli ultimi 50 anni per l’economia mondiale», sostiene Giancarlo Capitani, amministratore delegato di NetConsulting ed estensore del Rapporto, anche il 2010 avrà un segno moderatamente negativo per l’Ict, mentre l’anno appena concluso si è chiuso con un pesante calo dell’8,1 per l’It e con un arretramento anche delle Tlc pari al 2,3%.

Angelucci, lasciando la presentazione dettagliata dei dati 2009 a Capitani, si sofferma sul disallineamento dell’Italia nei confronti della media europea sottolineando la differenza in negativo di quasi 3 punti percentuali nel comparto It e sull’aspetto occupazione del settore: «Nel corso del 2009 sono stati persi 16mila posti di lavoro It e quest’anno ne prevediamo altri 8mila in meno. Se perdiamo persone, perdiamo valore», conclude.

Capitani per giustificare i risultati negativi sottolinea la composizione della nostra struttura produttiva mettendo in evidenza che le piccole aziende, quelle da 1 a 49 addetti, che sono il 99% delle imprese italiane, persistono nella scarsa propensione a investire in Information technology, contribuendo solamente per un 18% al totale del mercato. In questo modo risultiamo meno competitivi di altre nazioni industrializzate.

Per illustrare il quadro del 2009, Capitani parte dal comparto It, quello in maggiore sofferenza, mostrando il crollo dell’hardware (-14,8% contro il -0,2% del 2008), e l’inversione di tendenza del software che nel 2008 segnava un +3,4%, mentre nell’anno appena chiuso il calo è del -36%; male anche i servizi con un -6,5%, avevano un segno positivo, anche se minimo (+0,4%).

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Scendendo nel dettaglio dell’hardware (un mercato da 4,874 miliardi di euro) troviamo un dato positivo, l’unico, relativo ai Pc, ma è solo per i volumi (+0,5%) perché quanto a valore il calo è pari a -12,9%; per quanto riguarda i volumi in netta crescita i netbook (+77%) e i notebook (+10,1%), mentre calano i desktop (-16,7%). Un calo drastico in valore viene invece registrato dalle workstation (-66,7%), dai mainframe (-43,8%) e dai server (-24%), anche le stampanti e lo storage registrano il segno meno, rispettivamente -25,9% e – 15%.

Il software che raggiunge un valore totale di 4,307 miliardi di euro vede al primo posto il software applicativo con 2,63 miliardi e un calo del 4,1%, seguito dal middleware (1,085 miliardi) che soffre di meno (-2%) e dal software di base con 590,5 milioni e un decremento del 4,6%.

In quanto ai servizi, che raggiungono un valore pari a 8,750 miliardi, tutte le voci sono negative: il segmento che soffre di meno è quello dell’outsourcing/facility management con un -3,5%, più alto il calo dei servizi di elaborazione (-9,3%), dello sviluppo e manutenzione (-8,7%) e anche della system integration (-6,8%). In questo caso i minori investimenti delle imprese hanno influito pesantemente anche sulle tariffe che sono state ancora ridotte.

«Le società – sottolinea Capitani – fanno pagare ai fornitori la loro necessità di contenimento della spesa creando un circolo vizioso e molte piccole realtà non riescono così a garantire la qualità del servizi, e ciò porta in diversi casi alla necessità di nuovi investimenti per porre rimedio allo scarso valore della soluzione. Gli utenti più illuminati hanno definito dei tariffari al di sotto dei quali anche per loro non è conveniente scendere».

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Infine le Tlc, anche loro in sofferenza, segnano un -2,3%, nel 2008 era un -0,2%, attestandosi a 43,085 miliardi di euro.