Hp chiude di slancio il 2009

Ultimo trimestre dell’anno sostenuto da una forte crescita del comparto Pc, + 20% in valore, e dei segmenti server e storage, + 11%. Bene Stati Uniti e Asia, inconsistenti le performance dell’Europa

Il periodo più critico è alle spalle, il mercato torna a crescere e mostra segnali incoraggianti per quanto riguarda l’andamento del 2010. Alla stessa stregua di altre aziende del comparto tecnologico, anche l’ultimo trimestre dell’anno di Hp evidenzia nuove e positive dinamiche.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Segnali che si riflettono in un salutare risultato economico, caratterizzato da un aumento del 25% dei profitti e da una crescita dell’8,2% in termini di fatturato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

La cifra complessiva acquisita nel trimestre è di 31,18 miliardi di dollari mentre il 2009 Hp lo chiude totalizzando un volume d’affari di circa 120 miliardi di dollari, cifra che pone la società in testa alla classifica mondiale come global player company del settore IT.

Cresce a due cifre il comparto Pc, alimentato e stimolato dall’introduzione di Windows 7, sia in termini di unità (+ 26%) sia in termini di valore (+ 20%). Sempre a due cifre l’aumento acquisito con prodotti server e storage, + 11%.

Più tiepido l’incremento nel business delle stampanti, + 4% mentre sul fronte del software e dei servizi non si registrano sostanziali mutamenti rispetto al periodo precedente.

Il rinnovato aumento di fatturato e le buone prestazioni economiche-finanziarie sono quindi in massima parte ascrivibili alla dimensione hardware della società.

Le componenti software e servizi sono quelle che al momento faticano di più a ritrovare una condizione di mercato sostenuta da un rilancio degli investimenti, in particolare perché fortemente dipendenti dal settore enterprise, che non appare ancora reattivo al cento per cento.

Leggi anche:  PwC inaugura il nuovo Centro di Eccellenza di Trento

La crescita di fatturato di Hp mostra comunque forti discontinuità in rapporto alle diverse aree geografiche in cui la società opera.

I Paesi che più hanno contribuito a ricomporre lo stato di salute economico del gigante high-tech sono Stati Uniti e Cina. L’Europa è l’area più critica su cui ancora si ripercuotono gli elementi di freno al consumo e agli investimenti.