Superare la crisi puntando al cambiamento e alla diversificazione dell’offerta
Nel corso degli ultimi dieci anni l’industria dell’Information Technology ha dovuto affrontare due momenti di grande difficoltà: alla fine dello scorso decennio la crisi delle dot-com o l’implosione dell’effetto internet, causata innanzitutto dalla bolla finanziaria che aveva creato una ricchezza virtuale non corrispondente al mondo reale; alla fine di questo decennio la crisi globale dell’economia reale con un effetto recessione che ha congelato la domanda a livello mondiale.
Nel corso di questi dieci anni molto è cambiato e gli effetti della trasformazione hanno determinato un nuovo assetto del mercato. Molte aziende sono scomparse, molte sono state inglobate nell’ecosistema tecnologico dei grandi vendor; internet si è affermata e ad essa corrisponde un’economia reale; Google è diventata la società le cui decisioni e annunci influenzano le dinamiche di mercato.
Il vecchio mondo dell’informatica, la cui centralità convergeva sul desktop, è stata definitivamente compromessa dall’affermarsi della rete e del web. La comunicazione è diventata sempre più personale e la tecnologia wireless e mobile ha acquisito un’importanza senza precedenti.
Nel caos che ha regnato in questo periodo lsono due i fenomeni che hanno più caratterizzato il modo di affrontare le nuove dinamiche di mercato: da una parte la capacità di presidiare nuove aree di mercato, grazie a nuove acquisizioni, dall’altra un alleggerimento generale della propria forza lavoro.
I risultati dell”ultimo trimestre del 2009 per molte aziende del settore sono la testimonianza delle azioni intraprese nell’ultimo periodo: un generale aumento degli utili, conseguenza in larga misura del taglio del personale effettuato negli ultimi due anni, e il beneficio di una cauta ripresa della domanda, soprattutto in aree geografiche extra-europee.
Cisco è l’esempio che più riassume quanto avvenuto in questo ultimo decennio. Un esempio virtuoso, positivo. Dot-com per eccellenza, nel 2001, colpita in pieno dall’implosione dell’effetto internet, aveva tagliato del 18% la propria forza lavoro iniziando nel contempo a diversificare la l’offerta puntando a nuove aree di investimento, in particolare il wireless.
Gli ingredienti che allora consentirono a Cisco di risollevarsi e guardare con ottimismo al futuro sono pressoché gli stessi che oggi stanno alimentando le strategie per abbattere definitivamente il clima recessivo di questi ultimi anni.
Acquisizioni multimiliardarie, vedi Tandberg e Starent, e investimenti in start-up interne orientate a nuovi segmenti di business,: una ventina di micro iniziative che, secondo quanto dichiarato dal Ceo John Chambers, hanno il potenziale per trasformare ciascuna singola iniziativa in un business da un miliardo di dollari.
La crisi del 2001 è servita a Cisco per mettere in atto una strategia antirecessione con rinnovato vigore. Inevitabile, quindi, che il core business, switching & routers, pur rimanendo la fonte primaria del volume di fatturato, sia necessariamente accompagnato da una forte diversificazione nella gamma di prodotti e soluzioni offerte.
Capire che si può essere sé stessi soltanto introducendo cambiamenti perché il tutto possa continuare a rimanere così come è stato in passato: un mercato ricco di opportunità.