Mainframe e mobile: un binomio perfetto

A cura di Vittorio Della Rossa, IT Executive Consultant IBM Italia

Mainframe e mobile; alcuni pensano siano gli estremi di un percorso che ha spostato la tecnologia e la potenza di calcolo dalle fredde stanze dei datacenter alle nostre tasche. Comunque è diffusa la convinzione che sono due mondi separati, inconciliabili tra loro e con nulla in comune.

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Sicuramente il mobile rappresenta una rivoluzione: dal punto di vista degli utenti una user-experience basata su touch e gesture ha infranto la barriera costituita, per molti, da mouse e tastiera; il risultato si vede tutti i giorni su autobus e metropolitane dove, tablet e smartphone accompagnano viaggiatori di tutte le età con letture, messaggi e musica. Ma anche dal punto di vista dello sviluppo applicativo, superate rapidamente le fasi pionieristiche dove il game-business e le app social erano i soli ad avviare progetti per il mobile, stiamo assistendo ad un aumento di progetti in ambito business.

Però lo sviluppo applicativo sulle piattaforme mobile non consiste in un’altra interfaccia utente per le applicazioni esistenti; ma presenta delle complessità introdotte dai sensori disponibili nei device, dalle loro differenze di formato e dai vari sistemi operativi, che ne fanno uno sviluppo totalmente diverso a cui servono nuovi strumenti. Ed è diverso anche per le tecniche di accesso ai dati esistenti, per gli aspetti di sicurezza, e per la capacità di fornire nuovi input ai sistemi di Data Analytic.

La mancanza di una visione globale di questi aspetti è la causa principale di ritardi o fallimenti nella realizzazione dei nuovi progetti. E’ dello scorso Agosto il “Magic Quadrant for Mobile Application Development platforms”, pubblicato da Gartner, in cui l’IBM Worklight è posizionato indiscutibilmente primo nel quadrante dei leaders. Cosa è Worklight? Una piattaforma che permette di sviluppare una volta sola per tutti i tipi di device, ma anche uno strumento che da una risposta a ciascuno degli aspetti visti fin qui. E’ difficile da valutare? Non direi, si scarica gratuitamente e si può utilizzare per tutte le verifiche prima di diventare produttivi.

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Ma dopo le prime valutazioni si deve pensare ad una infrastruttura adeguata su cui renderlo operativo. È qui che lo zEnterprise risulta una delle migliori piattaforme su cui collocare l’ambiente per il mobile. Si, perché, per chi ha già i dati e parte delle logiche di business su questa piattaforma, sarà semplice aggiungere un motore in più dove ospitare questo ambiente e sfruttare le integrazioni native verso CICS, DB2, IMS, MQ. Lo sviluppo di nuove applicazioni dunque sarà più rapido e semplice grazie al riuso, senza modifiche, di parte del patrimonio applicativo. Semplice anche perché potrà integrarsi con i meccanismi di sicurezza esistenti e sfrutterà le caratteristiche di una piattaforma con livelli di disponibilità indiscutibili.

Altri vantaggi si scoprono nel tempo, perché è l’unica piattaforma che fornisce la possibilità di scalare orizzontalmente e verticalmente allo stesso tempo. Quindi si possono attivare nuovi processori senza interrompere le attività per far fronte a picchi di utenti mobile, oppure attivare nuovi sistemi in parallelo, ma senza far crescere il numero di core e la bolletta Sw.

E questa piattaforma ora può essere presa in considerazione anche da chi non ha mai avuto un mainframe. Molti si scordano di quanto, da più di vent’anni, lo zEnterprise sia un sistema per ambienti Open Source e che, quello che si vuole considerare un dinosauro, sia invece un sistema ideale per consolidare molti ambienti Linux. Chi fino ad oggi pensava che il proprio datacenter non avesse vantaggi da un System z, ora ha la possibilità di verificare quest’idea alla luce degli ultimi annunci e perché no? Consolidare in uno zEnterprise tutto Linux i sistemi esistenti ed, eventualmente ripagarsi i costi di un nuovo ambiente Mobile con i risparmi ottenuti dal nuovo server Linux!

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