L’Unione Europea chiede una legge anti-PRISM

I cittadini europei hanno smesso di utilizzare molte piattaforme coinvolte nel Datagate. Lo scopo della UE è riportare fiducia verso il mercato hi-tech

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L’Europa ha bisogno di nuove leggi internazionali per proteggere i dati dei suoi cittadini e ridare fiducia a tutta l’economia informatica. Queste sono le premesse con cui il Vicepresidente della Commissione Europea, Viviane Reading, ha cominciato il suo discorso alla Conferenza europea per la protezione dei dati. In particolare Reading si è soffermata sulle conseguenze del Datagate sulla credibilità delle tecnologie cosidette “data driven” la cui economia è tutta da riprendere.

Riprendere la fiducia

“C’è bisogno di fiducia. La preoccupazione oggi è forte ed è la conseguenza principale dell’impatto sulla società delle notizie rilasciate negli ultimi mesi. I dati personali raccolti, analizzati e trasferiti hanno acquisito un’importanza economica enorme. Secondo il Boston Consulting Group, il valore dei dati dei cittadini europei era pari a 315 miliardi di euro nel 2011 con un potenziale di crescita fino a 1000 miliardi di euro entro il 2020” – ha detto Reading. 

C’era una volta il cloud

Osservando come sia PRISM uno degli elementi principali della perdita della fiducia nelle nuove tecnologie, Reading ha detto come alcune nuove piattaforme abbiano la necessaria capacità per rinnovare il mondo dell’economia. Tra queste c’è di certo il cloud, uno dei settori che più di altri ha risentito dell’effetto PRISM visto che il 56% degli americani si dice “dubbioso” nel tornare ad utilizzare servizi sulla nuvola che potrebbero essere intercettati dal governo.

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