Come la metropoli d’oltremanica si sta preparando per vincere le sfide del futuro
Parlando di Smart City può essere utile gettare uno sguardo oltreconfine e vedere cosa stanno facendo le più avanzate metropoli del mondo. In Europa (e forse non solo) la capitale del Regno Unito è sicuramente all’avanguardia, grazie ad una serie di progetti e iniziative davvero “smart”. Joe Mitton, assistente speciale business & enterprise del vicesindaco di Londra, ha spiegato di recente che una città è tanto più intelligente quanto meglio si adatta ai bisogni dei suoi cittadini. La metropoli inglese conta oggi otto milioni di persone, ma è destinata a crescere di un milione di abitanti nei prossimi dieci anni e raggiungerà quota dieci milioni nel 2030. Ha problemi di congestione del traffico, invecchiamento della popolazione, immigrazione e creazione di nuovi posti di lavoro, oltre all’inquinamento e alla gestione delle risorse naturali. La transizione verso un modello di Smart City è quindi una scelta obbligata per il gigante d’oltremanica, il quale mira a essere nientemeno che “la migliore grande città del mondo”.
La municipalità ha perciò creato il London Datastore, un gigantesco archivio di dati sul traffico, l’economia, la popolazione e altri aspetti della realtà londinese, mettendo a disposizione dei cittadini e di tutti gli interessati i propri dati, secondo uno schema di open-government che vuole democratizzare l’accesso alle informazioni per renderle un bene comune. Nell’ufficio del sindaco, Boris Johnson, c’è pure un “iPad wall”, un pannello con una serie di monitor che raccolgono e visualizzano in tempo reale dati sulla qualità dell’aria, il sistema dei trasporti e indicatori finanziari della City. L’installazione permette all’utente di interagire con i dati, per esempio toccando gli schermi si può ottenere un grafico sull’evoluzione dei dati stessi nelle ultime 24 ore. L’idea è che avendo a disposizione informazioni real-time su cosa sta succedendo in città, si può anche intervenire con soluzioni real-time per risolvere i problemi…
E’ stato inoltre creato un organismo apposito, lo Smart London Board, che riunisce alcuni dei più eminenti specialisti dell’applicazione della tecnologia ai problemi cittadini. Questo soggetto è incaricato di cercare soluzioni pratiche per contribuire a rendere Londra “un luogo ancora migliore dove vivere, lavorare e investire”, affrontando per esempio temi come una mobilità più intelligente grazie all’utilizzo di tecnologie per evitare i picchi di traffico, ed il supporto a mezzi di trasporto che si alimentano con energia pulita.
Ma la capitale britannica è all’avanguardia anche quando si parla di presenza sul web, grazie ai nuovi domini internet di cui si doterà tra primavera ed estate 2014. Al posto degli ormai “tradizionali” .co.uk o .com, la città avrà infatti a disposizione il dominio .london. L’accordo, siglato con Icann – Internet Corporation for Assigned Names and Numbers – che gestisce il naming system su Internet, è visto come una mossa di marketing globale a favore di Londra. Decine di migliaia le realtà interessate ad associare il proprio nome a .london, come Selfridges o gli esclusivi negozi di Carnaby Street, ma anche una lista infinita di ristoranti, hotel, esercizi commerciali e organizzazioni di vario genere. Il sindaco della città, Boris Johnson, ha commentato spiegando che il suffisso permetterà alle organizzazioni e a diversi soggetti di associare in modo immediato il proprio nome alla potenza globale del brand di Londra, promuovendo se stessi e la città a livello planetario. Questo potrà tradursi in un vantaggio competitivo strategico per il business, in quanto la capitale inglese è sinonimo di qualità ed eccellenza per i visitatori stranieri e gli investitori.