La disponibilità di connessioni ADSL veloci, le applicazioni professionali in ambiente cloud computing e la vasta offerta di dispositivi mobili aumentano le possibilità di lavorare da casa e da remoto. Questa opzione inizia ad essere presa in considerazione da un numero sempre più consistente di aziende e lavoratori italiani che desiderano evitare i tempi di viaggio casa/ufficio e di poter disporre di più tempo per la propria vita personale. Ma la realtà è ben diversa: sei persone su dieci, infatti, sostengono di venire regolarmente distratte dalle richieste di attenzione da parte dei propri figli o familiari.
Ma non è tutto: la postura scorretta, causata da lunga permanenza in posti di lavoro improvvisati “o volanti” (il problema riguarda una persona su dieci), nel tempo può avere conseguenze sulla salute. Connessioni Internet di scarsa qualità, mancanza di vere attrezzature per ufficio e persino la gestione degli animali domestici sono tutti fattori che intralciano la produttività e la concentrazione di chi lavora da casa.
Questi dati sono emersi da una indagine a livello globale condotta da Regus, il maggiore fornitore al mondo di soluzioni per ufficio flessibili, che ha coinvolto più di 24.000 professionisti di oltre 90 Paesi.
“Lavorare da casa può incidere nettamente sulla concentrazione e sulla produttività”, dichiara Mauro Mordini, direttore di Regus in Italia. “I dipendenti sono ovviamente felici di poter beneficiare di un’ampia flessibilità, risparmiandosi i tempi di mobilità con lunghi tragitti verso la sede lavorativa e godendo della libertà di lavorare nelle ore che preferiscono, al fine di migliorare l’equilibrio tra lavoro e vita privata. Tuttavia, questi dati suggeriscono che una sede di lavoro vicina alla propria abitazione è preferibile rispetto a lavorare effettivamente da casa, poiché non sottopone la famiglia a stress, contribuisce all’immagine professionale e migliora la produttività generale”.
Principali risultati e statistiche
I tre principali elementi di disturbo per i telelavoratori italiani sono:
– Bambini e familiari che richiedono attenzione (58%)
– Difficoltà di concentrazione sui problemi lavorativi (42%)
– Mancanza di vere attrezzature per ufficio (38%)
A tutto questo si aggiungono i problemi legati alla salute: il 14% lamenta una postura scorretta lavorando per ore in una postazione di lavoro non idonea; una buona postura è essenziale per evitare che a lungo termine possano verificarsi conseguenze all’apparato muscolo-scheletrico.
La mancanza di una superficie di lavoro idonea e di spazio adeguato è un altro problema che affligge quasi un quarto degli intervistati (24%).
Nel complesso, sono state identificate 15 diverse problematiche che minano la produttività di chi lavora da casa.
Continua Mauro Mordini, il portavoce di Regus: “Lavorare da casa, con l’ausilio delle nuove tecnologie sta diventando una pratica sempre più diffusa ma, proprio a causa della sua crescente diffusione, stanno venendo alla luce i lati negativi ad essa associati. Bisogna conciliare le esigenze della vita privata con l’attività professionale e ciò non è sempre facile. In aggiunta ai risultati della nostra ricerca, altri studi mettono in luce una situazione generalizzata dei lavoratori da remoto isolati, la cui mancanza di comunicazione e relazione quotidiana con i colleghi crea stati di alienazione e di depressione. Sembrerebbe, inoltre, che la presenza fisica in ufficio rivesta un ruolo decisivo nelle prospettive di carriera e che chi lavora da casa e da remoto viene tenuto meno in considerazione anche in quelle aziende che incoraggiano il telelavoro, anche solo occasionale.
Ma ancora più preoccupante è il fatto che un intervistato su sette sostenga di avere problemi di postura causati dall’ambiente di lavoro domestico improvvisato. Una postura errata può comportare nel tempo seri problemi di salute per il dipendente. Dai risultati del sondaggio appare evidente che l’ambiente domestico non è un luogo di lavoro idoneo e può comportare rischi per la salute”.