La Russia vuole il suo PRISM

Entro il 2013 sarà adottata la più grande forma di spionaggio della rete. Così il nuovo KGB accederà a tutti i dati dei navigatori russi

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Annunciato, spiegato, votato. Il bavaglio sulla rete da noi non è mai arrivato. La differenza tra uno stato democratico e uno autoritario è che nel primo c’è ancora la possibilità di gridare al mondo quanto una scelta sia sbagliata. Eppure a poche migliaia di chilometri da noi c’è un paese dove il voto conta solo in determinate occasioni. Succede che entro la fine del 2013 in Russia entrerà in vigore un’ordinanza speciale del Ministero delle Comunicazioni che permetterà ai servizi di sicurezza di avere pieno accesso ai dati degli utenti della rete tra cui numeri di telefono, indirizzi IP, email e accessi agli account più disparati.

Paese contraddittorio

Eppure proprio la Russia era stata scelta da Edward Snowden, gola profonda del datagate, come paese principale dove trascorrere il resto della vita, prima di conoscere qualcosa si preciso sul proprio futuro. Putin aveva accolto senza pensarici troppo il reo confesso, difendendo la libertà della rete e dell’informazione. Come se non fosse successo nulla, Putin ha concordato con l’FSB (l’ex KGB) l’arrivo delle norme che saranno registrate presto al Ministero di Giustizia russo. Secondo il quotidiano Kommersant, i service provider permetteranno ai servizi segreti di accedere ai propri database che gestiscono, tra l’altro, i profili degli utenti di chat, VoIP e social network.

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