Che la Città Eterna sia piena di labirinti sotterranei è cosa nota ma nessuno aveva mai mappato l’intero percorso
Un lavoro di prevenzione più che di natura storica. I geologi di diversi paesi si sono avventurati nei menadri delle cave di Roma per cercare di ricostruire una mappa del sottosuolo, con l’obiettivo di prevenire improvvisi crolli alle strutture, soprattutto quelle più vecchie. Nel 2011 ci sono stati 44 episodi totali di strade e porzioni di edifici caduti a Roma, quasi tutte in corrispondenza di cave sotto il suolo, un numero che nel 2012 è salito a 77 e nel 2013, ad oggi, a 83. Per prevenire tali crolli, i geoscienziati della George Mason University degli Stati Uniti e gli scienziati del Centro Sotterranei di Roma stanno mappando le aree a rischio nel sistema cava.
Tunnel funzionali
Secondo gli studiosi, i romani avevano molto buon senso. Anche quando i sobborghi cominciarono ad invadere le cave, gli antichi mantenevano i tunnell molto stretti così che il terreno sopra rimanesse intatto. Il problema sono state le generazioni successive che hanno cominciato ad ampliare i tunnel originali e a costruirci sopra. A quel punto non vi era più la struttura di base necessaria per assicurare una buona resa degli edifici in superfice. L’erosione, gli agenti atmosferici e madre natura fanno il resto, ponendo a continuo rischio la città odierna.
Riempire le buche
Quello che vuole il Comune è una mappa del rischio, così da decidere dove intervenire e in che modo. La maggior parte delle cave si trova nell’area sud-est della città ma è tutta la città a rischiare di sprofondare: “Una crepa non si ferma mai da sola” – ha detto in una recente rinuione della Geological Society of America a Denver Kysar Mattietti, parte del gruppo dei geologi statunitensi.