Non c’era modo migliore per Google di dichiararsi a a favore di una fazione all’interno del conflitto tra i due stati. E lo ha fatto attraverso le sue mappe
Come dire: parlate quanto volete ma per noi (Google) la decisione è stata già presa. Da qualche ora infatti la Crimea fa ufficialmente parte della Russia, ma solo in versione digitale su Google Maps. L’azienda hi-tech ha aggiornato la propria cartina (visibile per il momento solo agli utenti russi) per cui vengono spostati i confini della Crimea che viene annessa all’interno della Russia. Secondo l’Indipendent, la nuova mappa sembra essere il risultato delle pressioni di Vlaidimir Putin sul confermare uno stato di diritto ancora parzialmente in discussione. Diverso l’approccio di altri big del settore, come il National Geographic, che ha isolato la Crimea come un’entità a parte, indipendente dalla Russia e dall’Ucraina, almeno fino a quando non verrà ufficializzato il passaggio (o lo status quo) all’una delle due.
La mappa della discordia
Non è la prima volta che Google si prende “libertà” del genere. Secondo il sito NPR esisterebbero infatti almeno 30 versioni delle mappe di Google in giro per il mondo, ognuna delle quali “accontenterebbe” uno specifico movimento socio-politico. Per alcuni si tratta di un modo per Google di rimanere neutrale nelle dispute geografiche, seguendo le prospettive (anche se non ufficializzate) e le speranze dei cittadini delle zone coinvolte. Nel 2009 Google si era inserita nella disputa tra Cina e India sul territorio di Arunachal Pradesh, un’area reclamata dalla Cina ma sotto la giurisdizione indiana. Big G aveva deciso di mostrare l’area in due modi diversi a seconda dell’utente collegato: per i cinesi Arunachal Pradesh è della Cina, mentre per chi si connette dall’India la zona è di competenza del proprio paese.