La Cina sfida l’Occidente con COS, il sistema operativo made in Pechino

La Cina ha creato un sistema operativo mobile approvato dal governo chiamato COS. Il software sarà quasi sicuramente accompagnato da meccanismi di censura preventiva 

La Cina lancia il guanto di sfida alle aziende hitech dell’Occidente e dimostra la volotà di favorire quelle nazionali. Pechino ha annunciato oggi la nascita di COS (China Operating System) un sistema operativo mobile di stato. Il software è basato sulla piattaforma open source Linux e ricorda Android in molti aspetti.

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In Cina il software diventa di stato

COS è nato dalla collaborazione fra il governo, Shangai Liantong e l’Institute of Software pesso la Chinese Academy of Sciences. Voci non confermate dicono che anche HTC abbia partecipato al progetto. Pechino, che diffida fortemente dei Bitcoin, non ha pensato però solo ai device mobili. A marzo di quest’anno la Cina aveva annunciato un accordo con Canonical per trasformare Ubuntu nel sistema operativo desktop di stato. La nuova piattaforma, chiamata Kylin, sarebbe stata progettata per favorire il commercio online all’interno dei confini del Paese.

La censura

Come ogni prodotto realizzato in Cina per la popolazione autoctona, molti sono convinti che sia Kylin sia COS saranno accompagnati da diversi sistemi di censura. Attualmente Skype è controllato dall’occhio vigile del governo e Facebook e Twitter sono utilizzabili senza restrizioni solo nell’area di libero scambio di Shanghai. Alcuni però ritengono che, per assurdo, questo possa essere uno dei punti di forza dei due software. Sistemi operativi già impostati con i sistemi di controllo governativi potrebbero essere meglio digeriti dagli utenti cinesi, frustrati da device occidentali limitati nelle loro funzioni.

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