Il Presidente della Camera chiede una legge per fermare le aggressioni verbali sul web e sottolinea come il problema principale del Paese sia la mancanza di lavoro
Il Presidente della Camera Laura Boldrini, che ha bandito i social network dal Parlamento durante le consultazioni, chiede a gran voce una legge per fermare le aggressioni verbali in Rete. Partendo dal caso del neo ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione Cècile Kyenge, che è stata ripetutamente insultata sul web per il suo colore della pelle, la Boldrini rivela di aver subito ripetute minacce di morte da parte di alcuni fanatici su Internet. “Io, minacciata di morte ogni giorno. Non ho paura ma dico basta all’anarchia del web”, ha affermato il Presidente della Camera.
“E’ tempo di fare una legge”
“In Italia le donne continuano a morire per mano degli uomini e per molti è sempre e solo una fatalità, un incidente, un raptus. – spiega la Boldrini – Se questo accade, è anche perché chi poteva farlo non ha mai sollevato il tema a livello più alto, quello istituzionale” quindi “è tempo di fare una legge” per fermare “le campagne d’odio” in Rete. L’ex portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati ha sottolineato il malcostume che pervade la società italiana: “Quando una donna riveste incarichi pubblici si scatena contro di lei l’aggressione sessista: che sia apparentemente innocua, semplice gossip, o violenta, assume sempre la forma di minaccia sessuale, usa un lessico che parla di umiliazioni e di sottomissioni. E questa davvero è una questione grande, diffusa, collettiva”.
Bisogna trovare una soluzione “a partire da internet dove si sta diffondendo una cultura della minaccia tollerata come burla”, spiega la Boldrini.
Il lavoro è una priorità
Il Presidente della Camera è intervenuto anche sulle priorità del Paese e del nuovo Governo affermando che “la mancanza di lavoro uccide e questa è la madre di tutte le urgenze. Ai provvedimenti che riguardano lo sviluppo, l’occupazione, gli investimenti e le imprese dobbiamo dare la massima precedenza nei lavori d’Aula, assicurando una corsia preferenziale”.