L’Arabia Saudita si prepara a bloccare Skype e WhatsApp

Il Paese arabo sembra intenzionato a bloccare i servizi di istant messaging per favorire i propri operatori telefonici nazionali

L’Arabia Saudita, al contrario di altri Paesi islamici, ha sempre mostrato una certa apertura verso il web. Il Governo però sembra diffidare dei servizi di istant messaging e VoIP. Dopo la chiusura di Viber, che è recentemente sbarcato su desktop, altri due colossi della messaggistica in Rete, Skype e WhatsApp, potrebbero essere bloccati. Con l’inizio del Ramadan i 17 milioni di internauti sauditi potrebbero vedere i loro account su queste piattaforme non più raggiungibili.

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La paura del VoIP

I motivi del blocco di WhatsApp e Skype sono piuttosto vaghi. “Se i servizi non rispetteranno le norme e le indicazioni dell’Autorità saudita per le telecomunicazioni – dichiarano da Ryad –  saranno immediatamente sospesi sul territorio nazionale”. La verità , con ogni probabilità, è che l’Arabia Saudita vuole avere un maggiore controllo delle telecomunicazioni e soprattutto non desidera che i tre operatori nazionali, Saudi Telecom Co, Etihad Etisalat e Zain Saudi, debbano vedersela con due servizi che hanno avuto un vero e proprio boom di utenza.

Ad oggi su Skype, che sta lottando in Francia per non essere considerata una Telco, viene effettuato il 34% delle chiamate mondiali e WhatsApp, che ha raggiunto la cifra record di 27 miliardi di conversazioni in un giorno, ha visto crescere i suoi utilizzatori fino a superare quelli di Twitter.

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