E’ Kickstarter la salvezza dell’innovazione

Sostegno, fondi europei, scuole di specializzazione; ma la vera creatività è sulla piattaforma e incubatrice delle migliori startup self-made

La Pebble Technology, startup dietro il Pebble Watch, non riusciva a trovare un finanziatore per il suo progetto. Decise di mettere il progetto su Kickstarter nel giro di 28 ore aveva raccolto oltre 1 milione di dollari. La Pebble Technology non è la sola azienda ad essersi imbattuta in ostacoli per la raccolta di fondi prima di trovare il successo su Kickstarter. Il vantaggio è una piattaforma di condivisione veloce e semplice dove poter presentare i propri progetti con video e specifiche tecniche così da far capire davvero di cosa si tratta. Esponendo prototipi e idee di prodotto al grande pubblico del web, Kickstarter rappresenta il vero punto di incontro tra startup e consumatori, che finanziano loro stessi i gadget che vorrebbero vedere realizzati ed acquistare. In questo modo viene eliminata la figura dell’investor? Probabilmente no, ma si accelera un processo che con l’attuale stato di crisi diventa sempre più lento: la raccolta fondi.

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Nel caso di un classico incontro tra un’agenzia e un papabile investitore non ci si può presentare con un’idea di progetto. Serve un prototipo, il che vuol dire dispendio di tempo, soldi e lavoro. Su Kickstarter tutto questo viene meno. L’utente che vuole proporre un qualcosa può anche proporre solo un’idea, magari in versione rudimentale, di quello che vorrebbe realizzare. La realizzazione di versioni incomplete di prodotti permette al pubblico di capire di cosa si sta parlando senza investire molti soldi in qualcosa che magari alla fine nessuno vuole.

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Il vantaggio maggiore è per le società di hardware che possono sfruttare la piattaforma come primo approccio verso il cliente che, seduto in poltrona, può studiare per bene il prodotto, anche per ore e ore. Tutto impossibile nella classica situazione produttore/investitore. Kickstarter presenta i prodotti hardware ben prima che siano prodotti e spediti; in questo modo si riduce il rischio perché i finanziamenti dipendono proprio dall’appeal del prodotto verso i consumatori. Ecco che il web diventa incubatore di startup. Un esempio? Dan Provost e Tom Gerhadt hanno avviato una campagna su Kickstarter per un treppiede per iPod chiamato Glif. Alla richiesta di 10mila dollari ne hanno ottenuti quasi 140mila, con i quali hanno fondato la Studio Neat, che da allora ha lanciato altri due idee di prodotto sul portale.

Alla fine non si pensi che tutto il denaro raccolto vada nelle tasche dei creatori. Per la realizzazione dei TikTok e Lunatik, gli adattatori da polso per l’ultimo iPod Nano, che trasformano il lettore in un orologio, sono stati raccolti quasi 950mila dollari da impegnare nella realizzazione e spedizione di oltre 20mila unità. La ciliegina sulla torta? Se un progetto che gli utenti hanno deciso di finanziare non va in porto (per non aver raggiunto il minimo richiesto), Kickstarter chiede ai creatori di rimborsare i sostenitori, con una percentuale di rischio molto vicina allo zero.