In Italia oltre 1 Petabyte di dati recuperati nel 2012

Lo rivela un’analisi dello scenario data recovery 2012 effettuata da Kroll Ontrack

Kroll Ontrack anche quest’anno raccoglie e analizza i dati provenienti dai clienti italiani che si sono rivolti all’azienda per recuperare i propri dati. Le informazioni analizzate riguardano l’ultimo anno, ossia da gennaio 2012 a dicembre 2012 e si riferiscono all’evoluzione della capacità media dei supporti di storage, alla tipologia degli stessi e alla dimensione complessiva dei dispositivi ricevuti, quest’ultimo valore calcolato sugli ultimi 15 mesi.

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1 Petabyte di dati recuperati

Complessivamente, in poco più di un anno sono stati processati supporti dati per una capacità superiore a 1PB. La capacità media dei supporti di memorizzazione infatti è notevolmente aumentata nell’ultimo anno: nel 2011 infatti il 60% dei supporti gestiti da Kroll-Ontrack nella sua camera bianca italiana aveva una capacità fino a 250GB, nel 2012 questa percentuale è scesa al 42%; nel 2012 invece la percentuale dei media con capacità tra i 250 e i 500GB è salita al 38.6% rispetto al 27% dell’anno precedente, così come la percentuale dei supporti con capacità tra 500GB e 1TB che nel 2012 è salita al 14.4% rispetto al 10% del 2011. Anche i dispositivi con memoria di oltre 1TB sono cresciuti dal 3 al 5%.

“Da alcuni anni stiamo assistendo a un aumento della memoria nei dispositivi di storage, un incremento abbastanza prevedibile se si pensa che la quantità di informazioni digitali continua a crescere e c’è la necessità di memorizzarle in adeguati supporti che possano contenerne sempre di più. La tendenza all’aumento della capacità dei media si riscontra tanto in ambito business che consumer, soprattutto là dove c’è la particolare necessità di memorizzare grandi basi di dati o contenuti multimediali come video e librerie musicali o immagini, dati particolarmente avidi di spazio.” afferma Paolo Salin, Country Director di Kroll Ontrack in Italia.

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Hard disk, il più usato per la memorizzazione 

La tecnologia più utilizzata per la memorizzazione digitale è sempre l’hard disk: durante il 2012 il 91.5% dei dispositivi affidati a Kroll Ontrack sono stati infatti hard disk. Il restante 8.5% può essere suddiviso tra supporti basati su tecnologia flash memory (SSD, smartphone, tablet, chiavette USB, memory card), ottici e nastri. In particolare, il recupero delle informazioni da SSD è cresciuto ancora nell’ultimo anno del 10%.

“L’hard disk si riconferma il dispositivo più utilizzato proprio perché l’utente preferisce avvalersi di supporti capienti a costi oggi decisamente convenienti. Una caratteristica che al momento solo il tradizionale disco fisso è in grado di offrire senza considerare che l’hard disk è anche una tecnologia ben consolidata. Tutto ciò fa si che i computer desktop, laptop e server vengano nella stragrande maggioranza dei casi offerti con hard disk drive e che l’hdd sia il media più impiegato nei drive esterni, nei sistemi RAID, nei NAS, tanto per fare alcuni esempi” aggiunge Paolo Salin.

Nel 2012 i clienti che si sono rivolti a Kroll Ontrack chiedendo supporto per il recupero dei loro dati sono aumentati del 23.9% rispetto al 2011. “L’incremento a cui abbiamo assistito lo scorso anno può essere ricondotto a diversi fattori tra i quali il ritardo in nuovi investimenti IT da parte delle aziende, con un conseguente invecchiamento dell’hardware, e il peso crescente dell’uso dei dispositivi mobile cosa che chiaramente espone i dati ad un maggior rischio di perdita”, commenta Salin.

In termini percentuali il recupero dati da ambienti virtualizzati si mantiene stabile, si registra però un aumento del numero di richieste da questo tipo di ambienti a causa di una base più ampia della domanda di servizi di recupero dati. La maggior parte dei problemi negli ambienti virtuali non è legata a guasti hardware (35%) ma a errore umano (65%), come ad esempio le cancellazioni accidentali di componenti dell’ambiente virtualizzato (es. drive virtuali VMDK).

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“Se un supporto dati è danneggiato vi sono buone possibilità di ripristinare i dati” conclude Salin. “Sfortunatamente, tali possibilità si riducono notevolmente se il dispositivo è già stato maneggiato da improvvisate società di data recovery. E’ molto importante, quindi, evitare qualsiasi tipo di manomissione o di apertura del media. Nella nostra lunga esperienza, ci è capitato più volte di operare su dispositivi che avevano già subito tentativi di ripristino da presunti esperti e i nostri tecnici spesso si sono trovati di fronte a situazioni disastrose: hard disk privi di componenti o rimontati in modo errato, addirittura dispositivi con briciole o altre impurità all’interno. Se si incorre in una perdita dei dati è fondamentale optare per un fornitore di comprovata esperienza, noto sul mercato, le cui competenze siano riconosciute dai principali OEM e hardware vendor. In più le aziende dovrebbero verificare che il fornitore possieda conoscenza di ambienti di storage complessi come sistemi di virtualizzazione, Cloud, database e dati crittografati.”