iPhone e iPad:a Napoli il “pacco” hi-tech

Anche le truffe si evolvono. Nei quartieri di Napoli una volta potevi cadere vittima di un “pacco” (nel vero senso del termine) se volevi comprare una “stecca” di sigarette a metà prezzo o un rolex. La truffa va di pari passo con lo spirito dei tempi e così ora riguarda oggetti hi-tech. Il reportage è ad opera del Corriere della Sera che ha pubblicato sul proprio sito un video del giornalista Antonio Crispino alle prese con un truffatore presso la Stazione Centrale di Piazza Garibaldi a Napoli.

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Truffare le finanziarie

A differenza di altre tipologie di truffe, dove l’acquirente veniva imbrogliato con vere scatole di prodotti piene di polistirolo o fogli di carta, in questo caso la truffa non è a danno dei malcapitati in Piazza, ma di un terzo soggetto e cioè la “finanziaria”. In pratica i truffatori riescono a vendere a prezzi stracciati (si parla di 150 euro per un iPhone 5) dispositivi che risultano regolarmente registrati e acquistati da individui presso negozi fisici con la modalità della finanziaria. La truffa sta nel far firmare le carte del finanziamento a persone nulla tenenti che, dopo aver pagato la prima rata, spariscono dalla circolazione, o in ogni caso non proseguono con i pagamenti. A svelare la particolare tecnica è direttamente il truffatore, ignaro di stare contrattando con un giornalista del Corriere munito di una piccola videocamera.

500 euro per una firma

Le “teste di legno” utilizzate per comprare i prodotti, di solito in stock da cinque o sei pezzi, sono persone alle quali non interessa perdere il potere di firma; anzi sono spesso disoccupati o senza lavoro che pur di portare a casa qualche soldo decidono di prestare il proprio nome a un’azione del genere. Come spiegano da Napoli i truffatori “ogni 5mila euro di prodotti acquistati, il prestanome ne guadagna 500”. Le finanziarie continuano a pagare il negozio che ha venduto il telefono ma si mettono alla ricerca dei soggetti insolventi. Questi ultimi, non avendo case o altri beni intestati, non pagano e non rischiano molto (almeno a detta dei truffatori). Il dubbio è come fanno i negozi a far partire una finanziaria su un soggetto che presenta documenti veri ma che non ha una busta paga da esibire?

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