Intervista a Nicola Savino: “Sì alla tecnologia nei campi di calcio”

Nicola savino calcio e tecnologia

E’ ripartito “Quelli che il calcio” la domenica alle 13.50 su Rai Due, con il calcio che torna argomento centrale della trasmissione pur senza le immagini delle partite. E senza Victoria Cabello, che ha lasciato il posto a Nicola Savino

«Mi diverto con Twitter, per Facebook non ho mai avuto passione»

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Il calcio e un adeguato, importante corredo di altri sport; la musica con tanti ospiti; la comicità. Nicola Savino ha preso la guida di un rinnovato “Quelli che il calcio” che si basa su questi tre pilastri, a cui si aggiungono abbondanti dosi di leggerezza e ironia. In regia Paolo Beldì, che ritorna a dedicarsi alla trasmissione a cui diede vita il 26 settembre 1993 con Fabio Fazio.

Data Manager: Finalmente il calcio torna centrale nel programma, anche se senza i diritti per le immagini delle partite.

Nicola Savino: C’è stato un cambiamento editoriale abbastanza robusto. Era ora che la parola calcio ricomparisse nel titolo! Le partite sono sempre state l’ingrediente delle domeniche italiane, anzi poi ci fanno discutere per tutto il resto della settimana. Detto questo, nel programma c’è spazio per altri sport oltre al calcio e c’è anche molto intrattenimento, con una squadra di comici che amo visceralmente (il riconfermato Ubaldo Pantani, Maria Di Biase e Corrado Nuzzo, Marta Zoboli, Andrea Sambucco, nda).

Come riuscite a rendere il calcio elemento centrale del programma? Anche gli anni scorsi le immagini non c’erano…

Abbiamo creato un filo diretto con i campi da gioco, cosa che ci dà il sapore della radio: 25 anni – appunto – in radio saranno serviti a qualcosa (ride, nda). Il nostro è un tentativo di riportare “Quelli che il calcio” al clima che lo ha fatto nascere.

La radio, una tua grande passione che non hai lasciato. Riesci a far convivere tutti questi impegni (Savino conduce sempre su Rai Due anche il game show Un minuto per vincere, nda)?

Ce la faccio, e ce la faccio in ciabatte: 22 metri di strada separano Rai Due da Radio Deejay (Corso Sempione e Via Massena, nda). Ho 1 km al giorno di spostamenti, sono organizzatissimo e continua sempre al mattino “Deejay chiama Italia” con Linus.

Da tifoso appassionato (interista) e conduttore di trasmissione sportiva, sei favorevole all’introduzione della tecnologia sui campi da gioco?

Molto favorevole. Penso che sia una follia, nel 2013, con i mezzi che abbiamo a disposizione, non poter stabilire con certezza se ci sia stato un gol o no, o capire cos’è successo in campo: episodi clamorosi ne capitano. Certamente queste cose ci danno pane per la comicità e da questo punto di vista ci sono utili, ma resto comunque favorevole all’introduzione di tecnologie che chiariscano i dubbi.

Sei attivo sui social network…

Sì, ma solo su Twitter. E’ divertente, immediato e veloce. E’ come mandare un messaggino. Twitter mi è sempre piaciuto, mentre invece non mi è mai piaciuto Facebook.

Come mai?

Non l’ho mai trovato particolarmente attraente. Non so perché, il mio è un atteggiamento completamente irrazionale, però è così e non so darti una risposta.

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