Jamie Cullum pubblicherà il suo nuovo album, Momentum, il prossimo 21 maggio. Per la prima volta, per questo suo lavoro Cullum ha utilizzato demo fatti in casa come basi per le canzoni, talvolta realizzati usando le app per iPhone ma anche una tastiera di seconda mano e registratori di audiocassette
«La tecnologia ti aiuta ad afferrare il momento»
Ha venduto 10 milioni di dischi in tutto il mondo, collaborando con i più svariati artisti, da Stevie Wonder a Pharrell e The Roots, e facendo tour all’insegna del tutto esaurito. Jamie Cullum è un cantautore e polistrumentista di talento conosciuto per le sue canzoni dal sapore pop-jazz, che nell’album Momentum ha scelto di cristallizzare in note il passaggio dalla giovinezza all’età adulta.
Data Manager: Negli ultimi anni ti sei sposato e con Sophie (Dahl, nda) avete avuto due bambine. E’ stata questa tua nuova situazione famigliare a farti scrivere un disco su cosa significhi essere adulti?
Jamie Cullum: Certamente la famiglia ha influenzato in maniera determinante le mie nuove canzoni. Tutto ad un tratto avevo molto meno tempo. Di conseguenza, la caratteristica che ha permeato tutta la realizzazion del disco è stata: ‘non pensare’.
Ci spieghi meglio?
Non ho pensato a che cosa avrei dovuto fare, a cosa ci si aspettava da me. Entravo in studio (quello che ho in casa), scrivevo, cantavo. Ho utilizzato anche un beat che avevo realizzato usando il telefono e le sue app. La tecnologia ti aiuta ad afferrare il momento, e con due bambine piccole devi acchiappare subito il guizzo creativo, in qualunque attimo ti appaia nella mente. Inoltre, per la prima volta ho usato per le versioni definive delle canzoni dei demo che ho realizzato in casa, da solo.
L’iPhone quindi è stato un fedele compagno di viaggio…
Stavolta, sì, insieme a vecchi registratori, una tastiera di seconda mano e un ukulele. L’immagine di me che mi siedo al piano, con la luce che entra dalle finestre mentre mi metto a comporre e mi illumina, è molto romantica: questo disco però non è nato così. La famiglia non ti dà scelta: dovevo essere pronto a registrare un’idea ovunque mi arrivasse, in treno o sotto la doccia. Ho usato molto l’iPhone per questo, per i beat ma anche per la linea vocale principale di Sad, sad world. Sicuramente Momentum è stato molto influenzato dalle moderne tecnologie… perché erano sempre con me, anche quando me ne stavo in pigiama.
Infatti hai dichiarato che questo disco è nato con te in pigiama.
In effetti è capitato, per esempio in Sad, sad world, di usare una registrazione che ho fatto in pigiama, prima delle 8 del mattino, nel mio studio casalingo e con una voce particolare – visto che mi ero svegliato da poco. Ma mi è piaciuta e l’ho tenuta per il disco. Questo è un album in pigiama, cioè onesto: l’ho registrato come fosse una demo session, dicendomi ‘fallo senza pensare, quando arriva l’ispirazione’.
Questo album è ispirato all’età adulta: guardandoti indietro, c’è qualcosa che non hai fatto e che avresti voluto fare? O che magari farai?
Non ho rimpianti, la musica è un lungo percorso. Ci sono cose che non ho fatto e che farò, ma non mi guardo indietro: preferisco tenere lo sguardo sul futuro. Però mi sono sentito davvero adulto quando ho realizzato di avere due piccole persone di cui prendermi cura.
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