Intervista a Frankie Hi-NRG MC: l’evoluzione dell’artista

«Dobbiamo diventare artisti a km zero»

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Anche Frankie Hi-NRG MC fa parte dei big del sempre più vicino Festival di Sanremo, che sarà l’occasione per presentare l’album “Essere umani”, il primo pubblicato da indipendente con la sua nuova etichetta discografica Materie Prime Circolari. Il disco sarà in vendita dal 20 febbraio e conterrà le due canzoni in gara al Festival, “Un uomo è vivo” e “Pedala”.

Data Manager: Ci racconti qualcosa sui due brani che porti a Sanremo?

Frankie Hi-NRG MC: “Pedala” nasce da un episodio personale. Ero a Città di Castello e stavo portando in garage la bicicletta di mio padre. Pensavo che toccasse a me scrivere la storia di quella bici, invece era vero il contrario: lei ha scritto la mia canzone. La nostra storia personale è come una corsa in bicicletta, con salite, discese e anche cadute. Quando arrivi al traguardo passi la bicicletta a qualcun altro, a chi prende quella eredità. E poi, la corona utilizzando una catena costringe il pignone alla rivoluzione è un regalo troppo grande per non scartarlo. La bicicletta è una grande metafora della vita, inaspettata e sorprendente.

E il brano “Un uomo è vivo”, molto personale, com’è nato?

Il punto di partenza è il medesimo. I miei non ci sono più e quando torno a casa penso che adesso vado a trovare l’armadio. All’inizio questo pensiero mi ha strappato un sorriso un po’ amaro. Le cose dei miei genitori sono diventate le mie… Poi ho capito che quando torno lì mi sento raccontare tutta la mia storia e quella della mia famiglia, che quegli oggetti hanno condiviso. In questo trovo una vitalità vivificante.

Annunciando album e partecipazione al Festival hai lanciato l’hashtag #essereumaniè.

Ho una certa pratica con gli hashtag. L’anno scorso non ero a Sanremo ma c’ero grazie a #spamremo. L’ho lanciato per Vanity Fair ed è stato un hashtag tra i più usati.

Cosa ti aspetti da #essereumaniè?

Ho la speranza che generi spunti di gioco e di dialogo. Twitter è divertente perché stimola al gioco, come quando si storpiano i titoli dei film, scherzando, e tante persone partecipano al divertimento che si crea. Con il mio hashtag lancio un’idea e anche una sorta di personale sondaggio che ognuno può condurre sul tema essere umani. Poi, “Essere umani” è il mio disco dell’anno (risata, nda).

Arrivi a Sanremo da cantante indipendente, con la tua etichetta…

Dalla fine degli anni ’90 sostengo che un artista curioso (come mi ritengo e come tanti ce ne sono) debba rendersi indipendente, diventare un artista a chilometro zero per accorciare la filiera della creatività, della comunicazione e di tutto il resto.

Cosa significa artista a km zero?

Significa essere uno del mestiere, che ne conosce tutti gli aspetti e non scriva solo le sue canzoni, che ne sappia di comunicazione, di discografia, di tutto. È una necessità impellente essere a km zero perché il mondo va avanti e tu non puoi restare fermo. Mi viene in mente il discorso della pirateria, che è una cosa diversa dal peer-to-peer. Scambiare dati su internet può non essere legale, però la pirateria produce un guadagno ed è per quello che vendi file. In un’intervista del 1998 dicevo già questa cosa. Nel 2003 alle 6 di sera sono andato su eMule e c’erano già 300 copie del mio album (“Ero un autarchico”, nda), complete, un lavoro perfetto con tanto di copertina. Significa che qualcuno ha comprato il disco e l’ha distribuito, mettendoci del tempo e del lavoro per farlo. Non mi ha fatto vendere un tot di copie ma ha reso fruibile a tante persone la mia musica. E’ responsabilità mia portare poi quelle persone a comprare i miei cd. Del resto, sono un buon investimento anche i concerti gratuiti, per lo stesso motivo: tanta gente può ascoltarti.

Cosa pensi della nuova generazione di rapper?

È difficile il raffronto perché è tutto diverso. È come dire ‘sport invernali’, ma il bob non è il curling. Ok, ci vediamo a Sochi (risata, nda)! Il nome che cito più di frequente, comunque, è quello di Clementino: lo trovo bravo e spero cresca. Rocco Hunt (in gara tra i giovani, nda) lo ascolto da tempo e ha una freschezza che mi ricorda quand’ero pischello io. Ci vuole musica che porti un bel sorriso.

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