Internet Of Things: un futuro sempre più ‘Smart’

Si è svolto questa mattina presso l’Aula Rogers del Politecnico di Milano l’Evento di presentazione della Ricerca dell’Osservatorio Internet of Things, promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano in collaborazione con il Dipartimento di Elettronica e Informazione e con il supporto di BTicino, Engineering, Eni, Italtel, Minteos, Softec, Telecom Italia, Telit, Vodafone, Exprivia, Indesit Company.

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La Ricerca ha identificato ed analizzato gli ambiti applicativi dell’Internet of Things in Italia e nel mondo, con oltre 350 studi di caso per individuare i progetti più interessanti, stimare il livello di diffusione e valutare i benefici del paradigma dell’Internet delle cose. Ha approfondito tre filoni di ricerca verticali di particolare interesse (Smart City, Smart Home & Building, Smart Energy & Gas Metering) ed analizzato lo stato dell’arte e degli sviluppi attesi delle tecnologie, con il supporto del Dipartimento di Elettronica e Informazione del Politecnico di Milano e dell’RFId Solution Center.

La rete degli oggetti intelligenti

Dall’autovettura che dialoga con l’infrastruttura stradale per prevenire incidenti, agli elettrodomestici di casa che si coordinano per ottimizzare l’impegno di potenza; dagli impianti di produzione che scambiano dati con i manufatti per la gestione del loro ciclo di vita, ai semafori che si sincronizzano per creare un’onda verde al passaggio di un mezzo di soccorso; dai dispositivi medicali che segnalano la loro posizione nel presidio di un pronto soccorso, agli sci che inviano informazioni sullo stato della neve, o sulla severità di una caduta. Tutto questo è “Internet of Things”, il percorso nello sviluppo tecnologico in base a cui, attraverso la rete Internet, ogni oggetto dell’esperienza quotidiana acquista potenzialmente una sua identità nel mondo digitale.

Alla base dell’Internet of Things infatti ci sono oggetti intelligenti (smart objects) che si connettono alla rete e scambiano informazioni su di sé e sull’ambiente circostante. Oggetti che possiedono una o più tra queste funzionalità:

– Identificazione

– Localizzazione

– Diagnosi del proprio stato

– Acquisizione dati (Sensing, ovvero la misura di variabili di stato, e Metering, ovvero misura di variabili di flusso)

– Attuazione, ovvero la capacità di eseguire comandi impartiti da remoto

– Elaborazione (base o avanzata)

In aggiunta, l’oggetto intelligente deve possedere una capacità di connessione (wired o wireless) per poter trasportare l’informazione raccolta a livello locale verso applicazioni remote, creando così una “Network of Things”. L’intelligenza non si ferma però agli oggetti, arriva fino alla natura della rete che li interconnette: standardizzazione, apertura, raggiungibilità, accessibilità, multifunzionalità sono le linee evolutive che porteranno dalla “Network of Things” alla “Internet of Things”.

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Gli ambiti applicativi

I diversi ambiti applicativi dell’Internet of Things identificati dalla Ricerca sono:

· Smart City & Smart Environment – Monitoraggio e gestione degli elementi di una città (es. mezzi per il trasporto pubblico, lampioni, monumenti, parcheggi, cassonetti per i rifiuti) e dell’ambiente circostante (es. fiumi, boschi, montagne) per migliorarne la vivibilità, sostenibilità e competitività.

· Smart Home – Gli impianti e i sistemi della casa (es. illuminazione, elettrodomestici, climatizzazione) “parlano” tra loro e agiscono autonomamente per ridurre i consumi energetici, migliorare il comfort, garantire la sicurezza della casa (security) e delle persone che vi abitano.

· Smart Metering & Smart Grid – Contatori intelligenti per la misura dei consumi (elettricità, gas, acqua, calore) e la loro corretta fatturazione, rete elettrica “intelligente” per ottimizzare la distribuzione, gestendo la produzione distribuita e la mobilità elettrica.

· Smart Building – Gestione automatica di impianti e sistemi (es. illuminazione, climatizzazione), con particolare attenzione al monitoraggio degli ambienti interni in ottica di risparmio energetico e sicurezza delle persone (ad esempio, in impianti industriali).

· eHealth – Monitoraggio real time di parametri vitali da remoto, riducendo il ricorso all’ospedalizzazione, a fini diagnostici e di cura. Localizzazione pazienti (es. malati di Alzheimer).

· Smart Logistics – Soluzioni per la tracciabilità di filiera, la protezione del brand e il monitoraggio della catena del freddo, per la sicurezza in poli logistici complessi e per la gestione delle flotte (tracciabilità del mezzo e delle sue condizioni).

· Smart Factory – Implementazione di nuove logiche di gestione della produzione grazie all’uso di macchine sensibili al contesto in cui operano, in grado di rilevare informazioni in tempo reale, comunicare tra loro e prendere decisioni.

· Smart Asset Management – Gestione in remoto di asset di valore (es. dispositivi elettrobiomedicali, vending machine) a fini di rilevazione di guasti e manomissioni, localizzazione, tracciabilità e gestione inventariale.

· Smart Agricolture – Monitoraggio parametri micro-climatici a supporto dell’agricoltura per migliorare la qualità dei prodotti, ridurre le risorse utilizzate e l’impatto ambientale,

· Smart Car – Connessione tra veicoli o tra questi e l’infrastruttura circostante (es. guardrail) per la prevenzione e rilevazione di incidenti. Offerta di nuovi modelli assicurativi e/o di informazioni georeferenziate su viabilità e situazione del traffico.

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Ma sono innumerevoli i potenziali ambiti di applicazione futuri dell’Internet of Things. Molti di questi potrebbero avere impatti importanti sulle attività di imprese e pubbliche amministrazioni, oltre che modificare in meglio la vita della gente.

“L’Internet of Things possiede un potenziale applicativo sterminato e certamente inciderà progressivamente sul tessuto economico e sociale di ogni Nazione – afferma Alessandro Perego, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Internet of Things – La velocità di diffusione nei diversi ambiti applicativi però non sarà omogenea, ma condizionata da fattori tecnologici e competitivi articolati. Tutti gli oggetti, infatti, possono diventare “intelligenti” connettendosi alla rete e scambiando informazioni su di sé e sull’ambiente circostante, ma questo processo non avverrà in tutti gli ambiti con la stessa velocità: essa dipenderà dall’esistenza di soluzioni tecnologiche consolidate, dagli equilibri competitivi dei mercati e, in definitiva, dal bilancio tra il valore dell’informazione e il costo di creazione della rete di oggetti intelligenti”.

“L’iniziativa privata è indispensabile per portare innovatività, creatività e, al contempo, velocità nella selezione degli ambiti più promettenti”. A fianco di questo, un ruolo chiave nello sviluppo dell’Internet of Things è svolto dal soggetto pubblico, nella sua funzione di regolatore, finanziatore o committente. “In molti ambiti – prosegue Perego – il soggetto pubblico agisce come ente regolatore, imponendo l’adozione di soluzioni ritenute di valore per il Sistema Paese. In altri casi effettua a livello centrale un’azione di indirizzo delle iniziative attraverso lo stanziamento di fondi “straordinari” destinati a enti pubblici locali e aziende private. Infine, vi sono alcuni ambiti in cui è direttamente il committente”.

A che punto siamo in Italia

A dicembre 2011 in Italia si contano circa 3,9 milioni di oggetti interconnessi tramite rete cellulare, con una crescita del 13% rispetto al 2010, a cui sono da aggiungere 34 milioni di contatori elettrici (la quasi totalità di quelli installati) che comunicano tramite onde convogliate, ovvero attraverso la modulazione del segnale elettrico con cui sono alimentati.

Tra gli oggetti che sfruttano la comunicazione cellulare, lo Smart Car è l’ambito più rilevante, con un peso del 43% in termini di numero di oggetti connessi, seguito dallo Smart Metering e lo Smart Asset Management nelle Utility (32%), lo Smart Home & Building (10%), in particolare per soluzioni relative ad antintrusione e videosorveglianza e, in seconda battuta, la gestione di impianti da remoto (ad esempio di riscaldamento e raffrescamento).

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La maggior parte delle applicazioni “evolute” in ottica Internet of Things in Italia si trova però ancora a uno stadio embrionale o sperimentale. Gli ambiti applicativi più consolidati infatti riguardano per lo più soluzioni semplici, con oggetti dotati di una sola funzione specifica e che rispecchiano solo marginalmente le caratteristiche di apertura e raggiungibilità che caratterizzano l’Internet of Things. Ne sono esempi l’antintrusione e la videosorveglianza (Smart Home & Building, Smart City & Smart Environment), la gestione delle flotte aziendali (Smart Logistics), la tracciabilità di “oggetti di valore” come apparecchiature elettrobiomedicali e la manutenzione di dispositivi e impianti (Smart Asset Management), il monitoraggio del traffico cittadino tramite telecamere o spire conduttive e la localizzazione dei mezzi utilizzati per il trasporto pubblico (Smart City & Smart Environment).

Tra le soluzioni consolidate vicine al paradigma Internet of Things (cioè caratterizzate da una maggiore raggiungibilità degli oggetti e, in alcuni casi, da funzionalità di elaborazione dati in locale) ci sono i contatori intelligenti per la misura dei consumi elettrici (Smart Metering elettrico), le soluzioni domotiche per l’energy management, la sicurezza delle persone e la gestione di scenari ambientali (Smart Home & Building), i servizi di infomobilità e i box GPS per la localizzazione dei veicoli privati e la registrazione dei parametri di guida (Smart Car).

Gli ambiti “sperimentali” di Internet of Things in Italia presentano invece poche applicazioni esecutive e molti progetti pilota e sperimentazioni. Le soluzioni basate su tecnologie RFId (Radio Frequency Identification) per la gestione della supply chain (Smart Logistics) ad esempio stentano ancora a decollare. Le soluzioni di telemonitoraggio dei pazienti (eHealth) che consentono di ridurre il ricorso all’ospedalizzazione, contraendo i costi e al contempo migliorando la qualità di vita e cura dei pazienti, sono disponibili ma si riscontra una certa lentezza nel passare dai pilota ai progetti esecutivi. Per lo Smart Metering non elettrico, è la normativa che può fare da traino allo sviluppo delle applicazioni. Ci sono poi ambiti “embrionali” di Internet of Things, in cui il valore delle soluzioni è stato solo immaginato a livello di concept: prevalgono sperimentazioni di piccola scala, tra cui le più avanzate sono quelle in ambito energetico (Smart Grid).