La divisione Internet of Things di Intel ha presentato In-Vehicle Solutions, l’offerta integrata hardware e software per lo sviluppo e il dispiegamento di sistemi e applicazioni di infotainment e ottimizzazione del traffico a bordo della connected car. La guida completamente automatica è ormai a portata di mano
Intel imprime una forte accelerazione alla sua offerta rivolta al settore automotive per la realizzazione di sistemi, applicazioni e servizi destinati alla connected car, guardando esplicitamente a un futuro neanche troppo lontano di forme di guida più o meno automatica e “non sorvegliata” dall’uomo. Ancora più a portata di mano è l’obiettivo di un’auto capace di dialogare con altri veicoli, sensori e altri elementi infrastrutturali per offrire ai passeggeri un trasporto più sicuro, fluido e ottimizzato.
In una conferenza stampa diffusa in Webcast, il vice president e general manager della divisione Internet of Things di Intel, Doug Davis, ha illustrato le caratteristiche di una nuova famiglia di prodotti, Intel In-Vehicle Solutions che integra tutto il necessario per lo sviluppo e l’implementazione a bordo dell’auto di soluzioni di infotainment avanzato e guida sempre più assistita. «E’ un annuncio che copre tutti i tre ambiti di questa nuova filiera – ha detto Davis: i prodotti, l’ecosistema di partnership, alleanze e investimenti promossi da Intel nel settore, e le ultime anticipazioni sulla direzione presa dalla ricerca Intel in direzione della “driverless car”». In-Vehicle Solutions comprende innanzitutto una serie di prodotti hardware e software che accelerano molto lo sviluppo e il time to market di applicazioni e funzionalità, riducendo i costi che costruttori e sviluppatori indipendenti hanno dovuto sostenere sinora. «I primi risultati dimostrano che con le nostre soluzioni è possibile contenere la durata di un progetto sotto la soglia dei 12 mesi, ottenendo risparmi del 50% sugli investimenti».
L’offerta hardware, ha proseguito Davis, comprende l’intera piattaforma “in-vehicle”, basata su architettura Atom E38xx, i moduli per l’interfacciamento di periferiche e sensori, mentre il software abbraccia tutti gli aspetti, dal sistema operativo di base, all’ambiente di sviluppo necessario per personalizzare le applicazioni per le varie marche e modelli. Rispondendo alle domande dei partecipanti, Davis ha precisato che l’ambiente operativo scelto da Intel è Tizen, un prodotto della Linux Foundation. «La ricerca Intel ha costruito su questa piattaforma un modello di hypervisor che consente a In-Vehicle di gestire in modo integrato tutti i vari sottosistemi, senza che questi possano interferire tra loro e in perfetta sicurezza». Davis ha aggiunto che proprio questo livello di integrazione distingue l’offerta di Intel da quella di tanti altri costruttori di chip e software di sviluppo per sistemi di Car Infotainment. «In questo senso non posso che accogliere con favore l’impegno di grandi aziende come Google in questo stesso settore».
L’impegno di Intel si articola anche nel facilitare la nascita di standard aperti e interoperabili che facciano della connected car un nuovo terreno di coltura di un’industria di sviluppatori e costruttori di dispositivi, sensori e accessori. Il coinvolgimento è anche diretto, con iniziative come il Connected Car Fund che Intel Capital finanzia dal 2012 con 100 milioni di dollari. Una delle ultime iniziative di questo fondo è il sostegno dato a Zmp, una azienda giapponese che sviluppa una piattaforma per la guida automatica e automobili equipaggiate con sensori, radar e fotocamere «fondamentali – sostiene Davis, per il futuro della guida». Tra le altre realtà finanziate dal fondo CloudMade, un provider di servizi di connettività e aggregazione di dati destinati alla prossima generazione di applicazioni di bordo; Mocana, che si occupa della sicurezza dell’informatica di bordo; e Tobii Technology, uno specialista di informatica percettiva usata per sofisticate applicazioni di assistenza alla guida. «Alla guida driverless arriveremo gradualmente – ha concluso Davis. Sarà una evoluzione continua, per la quale non è possibile fissare scadenze precise. Fin da subito le nostre tecnologie consentono di integrare una parte di funzionalità di guida autonoma a bordo dell’auto. Osservando oggi queste tecnologie ritengo che potremmo arrivare alla guida totalmente automatica in una decina d’anni».