Il risveglio di Rosetta

A cura del prof. Cesare Barbieri, Università degli Studi di Padova

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Ieri, 20 gennaio 2014 alle 19:18 il segnale inviato dalla sonda Rosetta raggiungeva le antenne della NASA a Goldstone in California, e da lì veniva rilanciato al centro di controllo dell’Agenzia Spaziale Europea ESOC a Darmstadt, graziosa cittadina vicina a Francoforte.

La sonda infatti era stata per così dire ‘ibernata’ nel giugno del 2011, dato che la sua traiettoria l’avrebbe di lì a poco portata a attraversare l’orbita di Giove, una zona di sistema solare in cui la temperatura esterna scende sotto i meno 130 gradi centigradi. La scarsa luce solare a quella distanza non permetteva di tener attivi i vari sistemi i controllo, ma solo di fornire l’energia necessaria a tenere in temperatura le parti più critiche dell’elettronica, e in particolare il ‘timer’ che avrebbe risvegliato Rosetta esattamente alle ore 11 italiane, e avviato le lunghe procedure di trasmissione verso Terra del segnale.

Terminava così alle 19:22 una fase di spasmodica attesa iniziata alle 18:30. A quel momento, di là dal vetro della sala di controllo, un apparentemente tranquillo Andrea Accomazzo, giovane ingegnere italiano, direttore delle operazioni, saltava felice in piedi e tutti applaudivano il lieto evento.

Avemmo il piacere di ospitare a Padova Andrea l’anno scorso, quando tenne apprezzate lezioni agli studenti del corso di studio in Ingegneria Aerospaziale e della Scuola Galileiana di Studi Superiori. Ingegnere giovane ma già in un posto di altissima responsabilità.

Si scioglieva in quel momento anche la tensione del team padovano, che da oggi sarà in piena operatività per preparare il risveglio dello strumento Osiris. Già alle 19:30 si iniziava uno scambio di telefonate con i due ricercatori tedeschi che coordinano tutto Osiris: Uwe Keller, il grande vecchio cui dobbiamo anche la missione GIOTTO del 1986, e il suo più giovane successore Holger Sierks, di base al Max Planck Institute fur SonnenSystemForschung a Goettingen. Telefonate di felicitazioni, ma già di pianificazione della prossima riunione tra un paio di settimane. Rosetta è ancora distante dalla cometa alcuni milioni di chilometri, ma è una distanze che si colmerà velocemente nei prossimi mesi. Già a marzo speriamo di fare le prime osservazioni della cometa 67P (dal difficile nome di Churyumov Gerasimenko), per determinarne con la maggior precisione possibile il periodo e il verso di rotazione. Da agosto poi la distanza diminuirà sotto i 100 km e allora Osiris dovrò identificare la miglior zona di superficie cometaria su cui far atterrare il modulo Philae l’11 novembre.

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Il team padovano, che comprende ricercatori universitari di Astronomia e Fisica, Ingegneria Industriale e dell’Informazione, di Geoscienze, astronomi dell’INAF Osservatorio Astronomico di Padova e del Luxor CNR, ha ricevuto ieri una potente iniezione di fiducia. La missione è ancora lunga quasi due anni, ma ieri ha superato indenne forse la fase più critica della sua lunga vita.