Il MIT aumenta la capacità fotosintetica delle piante

Gli scienziati del MIT hanno inserito dei nanotubi di carbonio nei cloroplasti di alcune piante. Dopo il trattamento, l’attività fotosintetica è aumentata di un terzo

Le piante, alimentate dalla luce del sole, riciclano i nostri rifiuti, trasformando l’anidride carbonica in ossigeno fresco. Ma, con un piccolo aiuto da parte degli esseri umani, potrebbero fare ancora di più.
I ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) stanno sperimentando delle piante in cui hanno inserito alcuni nanotubi di carbonio nei loro cloroplasti, i piccoli motori della cellula vegetale in cui avviene la fotosintesi.
Dopo molti tentativi ed errori, alcune delle piante alterate in laboratorio hanno aumentato la loro attività fotosintetica del 30 per cento rispetto alle piante normali. Altre sono state in grado di rilevare piccole tracce di sostanze inquinanti nell’aria.
Il nuovo campo di sperimentazione è stato soprannominato “nanobionica”.
Le piante usano solo il 10 per cento della luce solare a loro disposizione. Tutta la luce verde, per esempio, viene riflessa dalle foglie. Ma, dopo l’assorbimento dei nanotubi, le piante viventi hanno aumentato la loro attività fotosintetica del 30 per cento.
Con i cloroplasti estratti dagli spinaci, l’attività fotosintetica è aumentata del 49 per cento.
Il team del MIT sta lavorando sulla creazione di impianti anche per altre funzioni. Ad esempio, utilizzando nanoparticelle magnetiche, è possibile trasformare le piante in antenne di comunicazione.

Grazie alla nanobionica le piante possono diventare molto più efficienti. I ricercatori del MIT di Boston, che hanno già sperimentato degli ibridi batterio-minerale detti “materiali viventi”, hanno utilizzato dei nanotubi di carbonio per aumentare del 30% l’attività fotosintetica di alcuni vegetali.

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Piante super efficienti

Gli scienziati hanno inserito i nanotubi di carbonio nei cloroplasti, gli organuli che nelle cellule vegetali trasformano la luce solare, l’acqua e la CO2 in sostanze nutritive. Il materiale innestato nelle piante ha permesso alle foglie di assorbire anche lo spettro di luce verde normalmente da esse riflesso. Il risultato è stato che l’attività fotosintetica è aumentata del 30%. Negli spinaci, che sembra rendano davvero più forti, si è arrivati addirittura al 49%. Questa scoperta potrebbe aiutare a risolvere il problema delle elevate emissioni di CO2.

Gli scienziati del MIT stanno anche pensato di inserire nelle piante delle nanoparticelle magnetiche per renderle una sorta di antenna di comunicazione biologia.