Il manuale del perfetto hacktivista

In un documento apparso in rete si leggono le numerose regole per il manifestante digitale per non lasciare traccia e tenere a bada la polizia

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Si chiama “Piccolo manuale di autodifesa digitale” ed è stato realizzato da un piccolo team di attivisti e hacker italiani che partecipano ai cortei organizzati per la sensibilizzazione della privacy digitale. “Non farti usare dalla tecnologia, usala” è lo slogan che accompagna il vademecum per chi ci tiene alla propria libertà su internet, anche se non attivista. Si parte da semplici regole per arrivare a quelle più dettagliate e ai consigli per evitare, con smartphone e tablet, di lasciare la propria traccia durante una manifestazione. Eccone riportati alcuni (qui il resto) parola per parola.

Difendi i tuoi dati!

Se vi trovate in un luogo pubblico è possibile che la polizia chieda di controllare il vostro smartphone o PC. Se non lo avete già fatto: mettete una password. Basterà mandare il telefono in standby e sarà molto difficile accedere ai tuoi dati con una semplice perquisizione. N.B non siete tenuti a dire la password, e comunque potresti averla dimenticata!

Sicurezza su smartphone

Gli smartphone sono estremamente difficili da gestire in maniera sicura e possono facilmente diventare strumenti di intercettazione. Possono tracciare accuratamente i nostri spostamenti oltre che con la rete SM anche attraverso il sistema satellitare GPS. In alcuni casi, meglio utilizzare un vecchio telefono con SIM anonima. 

Qualcuno ci ascolta

Quando si comunica con una persona lo si deve fare con la stessa tranquillità con la quale si parla in un ambiente familiare perché sappiamo chi sono gli interlocutori e non ci aspettiamo che ci sia nessuno nascosto ad ascoltarci. La comunicazione online, anche se apparentemente avviene con interlocutori scelti, va considerata registrata da qualcun altro, a meno che non si faccia qualcosa appositamente per impedirlo. 

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