Il Garante della privacy ha deciso che se il gruppo “Hacker del PD” o altri renderanno pubbliche le e-mail rubate ad alcuni membri del Movimento 5 Stelle, contravverà al Codice di protezione dei dati personali
Qualche settimana fa un gruppo affiliato ad Anonymous definitosi “Hacker del PD” aveva rubato le conversazioni e-mail di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, tra cui la riminese Giulia Sarti. I pirati avevano minacciato di rendere pubblica la corrispondenza se Beppe Grillo e i suoi seguaci non avessero mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale. Oggi il Garante della privacy, che ha creato un video per insegnare agli utenti a proteggersi su mobile, ha sentenziato che la divulgazione delle e-mail in questione viola il Codice di protezione dei dati personali.
Sanzioni penali se le e-mail saranno divulgate
“L’attività compiuta a danno dei deputati configura, innanzitutto, una grave violazione di un diritto fondamentale sancito dalla Costituzione, quello alla segretezza della corrispondenza e delle comunicazioni di ogni cittadino – ha spiegato il Garante in una nota – aggravato in questo caso dal fatto che ad essere stata violata è la corrispondenza di membri del Parlamento, tutelati da specifiche disposizioni costituzionali. L’attività posta in essere dagli hacker, oltre che una responsabilità di natura penale (…) ha comportato una violazione del Codice privacy per quanto attiene a tutte le informazioni contenute nella corrispondenza che sono state diffuse all’insaputa e contro la volontà degli interessati”. Il Garante, che ha chiesto spiegazioni a Skype e WhatsApp, ha anche sottolineato come ulteriori manipolazioni di questo materiale, anche da parte dei giornalisti, porterà a “sanzioni amministrative e penali” e chi è in possesso delle e-mail incriminate dovrà immediatamente eliminarle dai propri archivi.