Il computer intelligente che impara da Facebook

Hai voglia ad aspettare sistemi al silicio o il computing quantistico. Il vero sistema informatico umanizzato impara da quello che mettiamo in rete. Lo studio di un’università americana

L’evoluzione tecnologica è dietro l’angolo e ci porterà presto sistemi informatici in grado di anticipare le nostre mosse, i nostri desideri, i nostri appuntamenti. Eppure c’è qualcosa che ci sfugge: si può costruire una macchina semantica solo da circuiti elettrici, chip, bit e corrente? Evidentemente no, ci vuole anche un po’ di cuore. Quel cuore che è diventato, almeno oggi, una somma di contenuti personali caricati in rete. Immagini, video, audio e testi rappresentano la nostra memoria digital e raccontano come siamo. Tutto parte da qui.

TI PIACE QUESTO ARTICOLO?

Iscriviti alla nostra newsletter per essere sempre aggiornato.

Dimmi che foto posti ti dirò chi sei

Con l’obiettivo di far imparare alla tecnologia un po’ di noi, l’Università Carnegie Mellon di Pittsburgh in Pennsylvania ha dato vita al progetto Never Ending Image Learner, ovvero un programma che analizza tutto il giorno per tutta la settimana, una serie di immagini postate online e di pubblico accesso. Un’analisi che, almeno secondo i ricercatori, sta facendo sviluppare alle macchine una serie di conoscenze che prima non avevano, abituate a lavorare su numeri, statistiche e dati certi.

Analisi visiva

Quello che cambia con il progetto della Carnegie Mellon è che i computer possono imparare le abitudini delle persone e alcune nozioni comportamentali di base. Tutto reso possibile dalla computer vision, ovvero quella branca della tecnologia che permette a un sistema informatico di identificare persone e oggetti nelle immagini, relazionarle con i colori, oggetti sul fondo e distanze. Molta materia per lo studio arriva dai social network. In modo particolare Facebook contiene più di 200 miliardi di foto, non tutte pubbliche, ma quanto bastano per insegnare al computer chi siamo. 

Leggi anche:  L’economia eco-digitale raddoppierà nei prossimi cinque anni