La maggior parte delle Regioni dello stivale è dotata di piani per fermare la diffusione del virus Hiv, soprattutto in ambito carcerario. Nonostante ciò cresce il contagio, disinformazione e diagnosi tardiva le cause
L’Italia ha iniziato già dal 2010, anche sulla spinta dell’unione Europea, una serie di iniziative volte a limitare la diffusione del virus Hiv attraverso la prevenzione. Dalla relazione sullo stato sanitario del Paese 2011 emerge che circa il 75% delle Regioni ha previsto, nei propri Piani regionali, dei progetti per fermare la piaga dell’AIDS.
Attenzione particolare all’ambiente carcerario
Le iniziative più importanti hanno riguardato soprattutto la trasmissione del virus in ambiente carcerario. Il Centro nazionale Aids dell’Iss in collaborazione con il ministero della Salute e il ministero della Giustizia, con le Associazioni della Consulta Nazionale per la lotta contro l’Aids e alcune Regioni italiane, ha studiato la situazione nelle carceri e ha individuato i parametri più importanti di cui tenere conto per evitare il contagio: accesso a programmi di prevenzione, percentuale di utilizzo del preservativo, percentuale di accesso al test, percentuale delle infezioni recenti tra le nuove diagnosi di infezione da Hiv e studio dei sottotipi di Hiv circolanti.
Inoltre, attraverso il documento ”Assistenza carceraria alle persone Hiv+”, presentato in Conferenza Stato/Regioni, viene garantita un’assistenza durante la detenzione pari a quella che il detenuto riceverebbe una volta uscito.
Il contagio non si ferma
Nonostante tutte queste iniziative, il contagio nel nostro Paese non si ferma. Il calo dell’attenzione sul problema AIDS può essere una delle cause. In Italia si stima che almeno trenta bambini siano stati infettati alla nascita durante il parto, negli ultimi due anni, perché le madri ignoravano di essere sieropositive. Disinformazione e difficoltà di accesso ai test per l’Hiv hanno favorito la crescita degli infettati. Secondo l’Istituto superiore di Sanità almeno 4mila persone vengono contagiate ogni anno.
Sul tema della prevenzione, il senatore PD Ignazio Marino, ha proposto di offrire il test a ogni persona che viene ricoverata in ospedale, dandole modo di sottoporsi all’esame, se lo desidera, in modo gratuito.