IBM e Trento RISE: il futuro delle tecnologie semantiche parla italiano

Nel solco di una collaborazione cui già si deve lo sviluppo del sistema “Watson”, IBM apre ora nel capoluogo trentino un Centro di Studi Avanzati per le tecnologie del linguaggio naturale, della rappresentazione della conoscenza e del ragionamento automatico

IBM e il polo di ricerca e innovazione trentino presentano, in seno agli ICT Days 2012 in programma sulla collina di Povo, i termini della nuova fase di collaborazione che, sulla scorta dei positivi risultati ottenuti in questi anni, annuncia l’apertura sul territorio di un Centro di Studi Avanzati per le attività di ricerca sulle tecnologie semantiche e le sue applicazioni industriali.

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Il rafforzamento della partnership, alla quale contribuiranno il nodo italiano dell’EIT ICT Labs, Trento RISE, Università degli Studi di Trento, Fondazione Bruno Kessler e CNR – così come i centri IBM di Haifa e Yorktown – mira a far nascere un centro internazionale per la linguistica computazionale, la rappresentazione della conoscenza e il ragionamento automatico, sviluppando il potenziale espresso da Watson anche per lingue diverse dall’inglese, a partire proprio dalla nostra.

Trento, va ricordato, ha una posizione di leadership nella progettazione di sistemi di apprendimento automatico per l’elaborazione del linguaggio naturale e, proprio per questo, fu selezionata da IBM – come unico ateneo non statunitense – prendendo parte ai lavori di perfezionamento degli algoritmi utilizzati nella classificazione delle domande proposte a Jeopardy!, la trasmissione televisiva che l’anno scorso incoronò Watson vincitore della prima sfida uomo-macchina sul difficile terreno dell’accesso alla conoscenza.

“Le tecnologie dell’informazione, specie le più avanzate – dichiara Giovanni Linzi, direttore generale di IBM Italia – sono e continueranno a essere l’elemento abilitante dei processi di innovazione del Paese ed è quindi in aree come questa che dobbiamo puntare con decisione.

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Ma tra le condizioni essenziali – continua Linzi – c’è quella di ‘fare sistema’, requisito che scaturisce in primo luogo dal rapporto stretto tra università, aziende e territorio, tanto più se ciò ha già prodotto risultati apprezzati a livello internazionale o se esistono capacità ancora da valorizzare.

La nostra capacità competitiva e le auspicabili ricadute a beneficio delle singole aree geografiche dipendono anche da questo”.

L’Italia è da almeno sessant’anni all’avanguardia nella ricerca sulla Linguistica Computazionale, scienza le cui radici si possono far risalire ai lavori di padre Roberto Busa negli anni ’50, così come a quelli di Tullio De Mauro che hanno portato, negli anni ’80, allo sviluppo del Vocabolario elettronico della lingua italiana. Un insieme di conoscenze, riconosciute a livello mondiale, cui hanno contribuito anche gli studi promossi dai centri scientifici IBM di Pisa e Roma e che oggi continua, specialmente a Trento, grazie alla collaborazione – pur con modalità e su tematiche diverse – con ricercatori come Giuseppe Riccardi, Alessandro Moschitti, Bernardo Magnini e Nicola Guarino.

Sulle rive dell’Adige, il nuovo Centro di Studi Avanzati, coordinato da Guido Vetere di IBM, farà da incubatore per progetti pilota, in ambito nazionale e internazionale, aprendo sia alla cooperazione con istituzioni pubbliche e private sia all’inserimento dei giovani, in sinergia con le attività di formazione – dalle tesi agli stage – dell’ateneo.

Positivi i risultati sinora ottenuti da IBM e Università degli Studi di Trento. Oltre all’esperienza legata a Watson, vale la pena di menzionare il progetto ‘Senso Comune’, dedicato alla costruzione aperta e collaborativa di una base di conoscenza linguistica per l’italiano. A ciò si aggiungono, nel campo della didattica, il ‘Laboratorio Rational’ che forma gli ingegneri del software e, in tema di riconoscimenti, i Grant e i PhD Fellowship attribuiti da IBM Corporation a team di ricerca e dottorandi di Trento.

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