I Google Glass in Italia: alcuni casi d’uso

Dalla cultura alla politica, dalla sanità allo sport, le potenzialità degli occhiali hi-tech di Big G nel nostro paese

Ormai la tecnologia è talmente integrata nella nostra vita di tutti i giorni che le nuove frontiere sono i device “wearable”, che si indossano. I Google Glass ne sono un chiaro esempio. Consentono di inviare e ricevere mail e messaggi, consultare mappe, fare foto e filmati, ottenere indicazioni stradali, oltre a condividere i momenti della propria vita con i contatti sui gruppi on-line. Tutto questo grazie a comandi vocali, o sfiorando la stanghetta in titanio della montatura. Nel novembre 2013 è stato poi rilasciato il GDK – Glass Development Kit – per consentire lo sviluppo di nuove app, con l’idea di espandere ulteriormente gli orizzonti delle funzionalità. E’ stato proposto un progetto sperimentale, Google Glass 4 Lis, al Museo Egizio di Torino, il secondo più importante al mondo per gli studi di egittologia, con una funzione assolutamente innovativa per un museo, a livello mondiale: tradurre le informazioni sui reperti più importanti nella lingua italiana dei segni (la “Lis” appunto), per i visitatori non udenti, garantendo in questo modo un’esperienza di visita straordinariamente inclusiva grazie ad un avatar – attore virtuale – che compare sul piccolo schermo integrato negli occhiali. Il reperto in questione è uno dei simboli più celebri di tutta la collezione di Torino, la statua di Ramesse II. Grazie a un comando vocale era possibile dare inizio o sospendere il video della traduzione. Caterina Ciccopiedi (Ufficio comunicazione e marketing del Museo Egizio) spiega che i Google Glass sono stati utilizzati all’interno del museo per conseguire tre obiettivi fondamentali: “realizzare l’innovazione tecnologica in ambito museale e culturale, stando al passo coi tempi; favorire l’integrazione dei non udenti, migliorando l’accessibilità alla proposta culturale del museo; infine rendere più completa e coinvolgente l’esperienza di visita, come se si fosse guidati alla scoperta dei reperti da egittologi o specialisti della materia. L’istituzione museale, insieme con l’Ufficio marketing e comunicazione con la responsabile Paola Matossi L’Orsa, ed i partner coinvolti nel progetto ha lavorato congiuntamente per offrire qualcosa di nuovo e di migliore al pubblico”. In concomitanza con l’Expo del prossimo anno sono previsti ulteriori ampliamenti degli spazi espositivi, con l’introduzione di elementi multimediali e nuove tecnologie per rendere ancora più affascinante l’esperienza di visita.

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L’intervista a Renzi e l’ospedale di Rozzano

Di recente c’è poi stata un’intervista al premier Matteo Renzi, con il direttore de La Stampa Mario Calabresi che indossava un paio dei nuovi occhiali tecnologici, riprendendo tutta l’esperienza minuto per minuto. Il giornale ha riportato che si è trattato della “prima intervista di questo tipo a un presidente del Consiglio”. I Google Glass non sono serviti solo a documentare l’incontro nei minimi particolari, ma anche a ricevere in real time le domande dei lettori, proponendole allo stesso Renzi.

Dalla cultura alla politica, i Glass si spostano ora alla sala operatoria. Anche qui stabilendo un primato italiano. Humanitas – ospedale policlinico e centro di insegnamento dell’università di Milano – li utilizza a fini didattici nel corso di Emodinamica e Cardiologia interventista dell’ospedale di Rozzano, per consentire agli specialisti che seguono gli interventi dalla sala training di acquisire letteralmente il “punto di vista” del chirurgo esperto, che opera un paziente. Le applicazioni future potrebbero poi riguardare la visualizzazione della cartella clinica e dei parametri vitali dei pazienti in tempo reale, trasmettendo i dati grazie a tecnologie integrate che darebbero a medici e infermieri il quadro generale della situazione prima ancora di entrare in sala operatoria.

La gestione di emergenze e il concorso “Google Glass reporter”

Altro utilizzo della tecnologia per salvare vite umane è quello di cui si è avuto un esempio nel corso dell’iniziativa Coor Cuneo Safety 2014, organizzato dall’Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) del Piemonte, con prove generali di maxi-emergenza e situazioni di soccorso simulate (eventi sismici ed esondazioni). Anche in questo caso l’efficacia dei Google Glass è stata messa alla prova per ottenere o scambiare diversi tipi di informazioni, dal percorso più breve per raggiungere il luogo dell’incidente alla videochiamata alla centrale operativa, permettendo all’operatore di guidare i soccorsi in remoto, o dando un quadro preciso della situazione, acquisendo istantaneamente il punto di vista dei soccorritori che giungono sulla scena.

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Ma anche lo sport sta sperimentando gli occhiali di Google. All’All Star Game della Lega nazionale pallacanestro, che ha visto una selezione dei migliori giocatori italiani di Adecco Gold e Adecco Silver confrontarsi con i migliori giocatori stranieri, il videomaker della Fip Marco Cremonini ha realizzato un video indossando i nuovi occhiali, con cui ha girato immagini dal campo durante le fasi di riscaldamento. Anche i giocatori hanno provato i Glass, registrando filmati in soggettiva di schiacciate e giocate spettacolari, regalando al pubblico sensazioni davvero coinvolgenti, come se fosse lo spettatore stesso a librarsi nell’aria per schiacciare nel canestro o a segnare dalla distanza… E sempre in ambito sportivo, si è tenuto un concorso a premi lanciato in collaborazione con EA7 Olimpia Milano per diventare “Google Glass reporter”, seguendo le partite di pallacanestro di Eurolega e documentandole con gli occhiali tecnologici.

La parola a Giulio Caperdoni, Chief Operating Officer di Vidiemme Consulting

“La varietà di ambiti in cui è possibile applicare i Google Glass è davvero straordinaria, spiega Giulio Caperdoni, Coo della società che insieme al partner Rokivo ha realizzato progetti legati agli occhiali. Ora Google ha esteso la possibilità di acquistare i prototipi a tutti i cittadini americani al prezzo di 1500 dollari più le tasse, fino a esaurimento scorte. Noi ne vediamo un impiego iniziale, quando verranno resi disponibili in tutto il mondo, soprattutto in ambito business, mentre probabilmente si affermeranno più tardi nel mercato consumer, un po’ com’era successo già ai tempi dei primi telefoni cellulari. I Google Glass sono un device hand-free, ovvero hanno il vantaggio di lasciare libere le mani durante l’utilizzo. Prevediamo perciò che si riveleranno molto utili specie in ambito medico o nella gestione di emergenze, perché possono offrire alte performance e mettere a disposizione funzionalità davvero interessanti, praticamente a ingombro zero. Negli Usa stanno non a caso nascendo molte startup legate ai Glass, proprio nel settore sanitario. Certo, anche questi device, che ora sono solo dei prototipi, presentano comunque alcuni problemi. Per esempio, se li si usa in modo continuativo per riprese video, l’autonomia è di poco superiore ad un’ora. Inoltre, al momento i comandi vocali funzionano solo in inglese. A parte queste limitazioni, ci sembra però che il device abbia potenzialità d’utilizzo davvero interessanti, che probabilmente influenzeranno gli sviluppi futuri della tecnologia”.

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