I dottori che emigrano guadagnano il 50% dei colleghi italiani

Uno studio afferma che i ricercatori italiani emigrati all’estero guadagnano il 50% in più di quelli rimasti in madrepatria

Sono numerose le storie di ricercatori italiani che hanno fatto fortuna all’estero e di altri che rimanendo nel nostro Paese non ottengono i giusti riconoscimenti. Oggi l’Isfol (Istituto per lo Sviluppo della Formazione Professionale dei Lavoratori) ha presentato un’anteprima del report “Mobilità Geografica dei Dottori di Ricerca”. Dalla ricerca è emerso che i PhD italiani che lavorano all’estero guadagnano in media il 50% dei colleghi che non sono emigrati.

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Ricerca: all’estero si guadagna di più

Lo studio ha preso in esame la condizione dei dottorandi del 2006 a sei anni dal conseguimento del titolo. A fronte di un redditto annuo di 20,085 euro netti, un ricercatore che si è trasferito all’estero guadagna ben 10mila euro in più (29.022 euro). Le retribuzioni più elevate sono esclusiva di dottori in scienze mediche, farmaceutiche e veterinarie mentre quelle più basse sono appannaggio dei ricercatori in campo umanistico e psicosociale. Infine, i PhD che lavorano all’estero hanno un tasso di occupazione superiore del 3% rispetto a chi effettua i suoi studi in Italia e sono anche più soddisfatti del proprio lavoro.

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