Ogni anno sempre più bambini si collegano a Internet. La maggior parte dei genitori è perfettamente consapevole che online è possibile imbattersi in siti che contengono materiale pornografico, immagini violente, che promuovono l’assunzione di droghe o che mostrano altri contenuti indesiderati. Nonostante questo non tutti i genitori sanno però quali sono le categorie di questo tipo di siti che i bambini visitano maggiormente e quanto spesso. Così, Kaspersky Lab, ha deciso di scoprirlo analizzando i modelli di ricerca su Internet dei giovani utenti.
Sono dieci le categorie scelte per l’indagine che contengono contenuti web indesiderati: pornografia ed erotismo, software illegali, droghe, crudeltà e violenza, linguaggio forte, armi, gioco d’azzardo, server proxy anonimi, sistemi di pagamento e giochi online.
I 10 vietati
Per la maggior parte dei genitori sono tre le principali categorie di contenuti ai quali non vorrebbero esporre i propri figli: la pornografia e l’erotismo, la crudeltà e la violenza e le droghe. Per quel che riguarda queste tre categorie nello specifico l’indagine svolta ha restituito i seguenti risultati:
• In quasi tutti i paesi la pornografia e l’erotismo sono al primo posto, con un ampio margine, nella classifica dei contenuti più visitati sulla base dei dati ottenuti analizzando gli utenti che hanno il Parental Control di Kaspersky Lab. La percentuale più alta di visite a siti con contenuto pornografico/erotico arriva dal Giappone (74,9%) e dalla Francia (68,9%). Al terzo posto invece troviamo il Messico con il 56,3%.
• I siti che invece contengono contenuti violenti sono i più visitati in Messico (8,6%) e negli Stati Uniti (7%). In Europa i paesi che prestano maggiore attenzione a questi contenuti sono in particolare Regno Unito e Spagna (entrambi 4,8%). Sulla base delle statistiche del Parental Control, la popolarità dei siti appartenenti a questa categoria è relativamente bassa. Tuttavia, vale la pena sottolineare che raggiungere questi siti in modo accidentale è praticamente impossibile, infatti per consultarli è necessario cercarli in modo assolutamente intenzionale. In ogni caso, anche se le percentuali di visite ai siti di questa categoria sono relativamente basse, devono rappresentare comunque per i genitori un pericolo ed essere un motivo di preoccupazione.
• I siti con contenuti legati alle droghe, così come quelli con contenuti violenti, vengono visitati con maggiore frequenza in Messico (1,8%) e negli USA (1,4%). Il terzo posto va al Regno Unito (0,9%).
I software illegali invece sono particolarmente popolari in Cina e portano il paese al primo posto tra coloro che visitano questo genere di contenuti (69,4%, contro il 24% della Spagna e il 10,6% del Giappone). Ciò che li rende ulteriormente pericolosi è il fatto che questi siti che offrono software illegali e malware sono molto diffusi nel web.
Statistiche delle altre categorie
• Linguaggio inappropriato: Russia (10,7%), Italia (9%), Messico (7,7%)
• Armi: Russia (26,4%), Italia (13,7%), USA (12%)
• Gioco d’azzardo: Italia (15,7%) USA (15,4%), UK (13,5%)
• Server proxy anonimi: Messico (2,1%), UK (1,2%), Italia (0,8%)
• Pagamenti con carte di credito: Italia (8,5%), Francia (5,5%), Germania (2%)
• Giochi online: Germania (41,1%), Australia (13,4%), USA (11,2%)
Commentando i risultati, Aldo del Bò, Managing Director di Kaspersky Lab, ha dichiarato: “Oltre ai contenuti indesiderati, Internet porta con sé altri pericoli non meno dannosi per i bambini, per esempio, il cyber- bullismo e il cyber-trolling. Gli aggressori possono sfruttare tutti i possibili canali di interazione online – tra cui i social network, i forum, le chat e i servizi di messaggistica – che se usati insieme possono causare alle vittime un notevole stress psicologico. Tecnicamente, la lotta contro il cyber-trolling non è così semplice e neppure il Parental Control riesce a tenerlo del tutto sotto controllo. Bisogna sempre tenere conto del fatto che i bambini non sono in grado di far fronte a possibili aggressori da soli, pertanto i genitori hanno un ruolo importante per quel che riguarda la protezione dei bambini dal cyber-bullismo. Di fatto, i genitori devono sempre controllare le attività dei propri figli su Internet.”