HP e le nuove scoperte sui “Memristor”

Gli HP Labs dispongono del potenziale per cambiare radicalmente la progettazione dei sistemi computer “Memristor” potrebbe consentire il calcolo sui chip di memoria

HP ha annunciato alcuni progressi effettuati nei laboratori HP Labs, il ramo di ricerca centrale della società, che potrebbero cambiare il modo in cui i sistemi computer vengono progettati, permettendo una migliore elaborazione dell’attuale “esplosione di informazioni”.

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I ricercatori di HP Labs hanno scoperto che il “memristor”, una resistenza dotata di memoria che rappresenta il quarto elemento del circuito base nell’ingegneria elettrica, è dotato di maggiori capacità di quanto si ritenesse in precedenza.

Oltre ad essere utile nei dispositivi di memoria, il memristor ha una funzione logica, che permetterà in futuro di eseguire il calcolo nei chip in cui vengono immagazzinati i dati, piuttosto che in un’unità di elaborazione centrale dedicata.

Caratteristiche principali:

– I dati più recenti sul memristor sono illustrati in un documento pubblicato questa settimana sulla rivista “Nature” da sei ricercatori di HP Information and Quantum Systems Lab., guidati da R. Stanley Williams. Questi sviluppi fanno seguito alla prima dimostrazione del team HP Labs dell’esistenza del memristor nel 2008.

– HP ha creato architetture, pronte per lo sviluppo, per chip di memoria che utilizzano il memristor e ritiene che sia possibile che i dispositivi che includono l’elemento possano essere immessi sul mercato nel giro di pochi anni.

– I ricercatori HP hanno inoltre progettato una nuova architettura in cui strati multipli di memoria memristor possono essere sovrapposti uno sull’altro in un unico chip. Fra cinque anni, questi chip potrebbero essere usati per creare dispositivi palmari in grado di offrire una memoria incorporata dieci volte superiore rispetto a quella esistente oggi, o che potrebbero potenziare supercomputer per lavori come il rendering cinematografico e la ricerca genomica, rendendo tutto estremamente più veloce di quanto la Legge di Moore suggerisce.

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– Infine, i processori contenenti il memristor potranno sostituire il silicone negli smart display degli e-reader e potrebbero un giorno diventare persino i successori del silicone su larga scala.

Chip dotati di memristor e consumo energetico

– I memristor richiedono meno energia per il funzionamento e sono molto più veloci delle attuali tecnologie di immagazzinamento a stato solido come la memoria flash; possono inoltre immagazzinare almeno il doppio dei dati nella stessa area.

– I memristor sono praticamente esenti da radiazioni, che possono disturbare le tecnologie basate su transistor, e diventano quindi un modo interessante per consentire la realizzazione di dispositivi più piccoli e allo stesso tempo più potenti.

– Proprio perché non “dimenticano”, i memristor permettono la realizzazione di computer che si accendono e spengono come un interruttore della luce.

R. Stanley Williams, ricercatore senior e responsabile Information and Quantum Systems Lab di HP, ha commentato “I dispositivi dotati di memristor potrebbero cambiare il paradigma standard della tecnologia informatica, permettendo di eseguire i calcoli nei chip in cui sono immagazzinati i dati, piuttosto che in un’unità di elaborazione centrale dedicata.

In questo modo, prevediamo la possibilità di realizzare in futuro sistemi computer più compatti e ad efficienza energetica, anche quando non sarà più possibile rimpicciolire i transistor con il tradizionale approccio della Legge di Moore”.

Leon Chua, professore della Facoltà di Ingegneria Elettrica e Scienze Informatiche della University of California, Berkeley ha aggiunto “Poiché il nostro cervello è formato da memristor, si apre la strada per la commercializzazione di computer capaci di elaborare come la mente umana, che è completamente diversa dall’architettura di von Neumann alla base di tutti i computer digitali”.

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Il Dr. Chua ha per la prima volta teorizzato e nominato il memristor in un documento accademico pubblicato 39 anni fa.