Disponibilità, automazione e agilità grazie al nuovo sistema operativo SVOS, per una virtualizzazione dello storage sempre più guidata dal software
Un’infrastruttura di “continuous cloud”, per avere un IT sempre più definito dalle esigenze di business. Grazie al business defined storage di Hitachi Data Systems, che si arricchisce da oggi di nuove tecnologie software e hardware. Le novità presentate a fine aprile a Zaltbommel, presso il centro tecnico del colosso dello storage situato nella fertile campagna olandese, sono di tutto rilievo, a cominciare da un sistema operativo interamente rinnovato, lo Storage Virtualization Operating System (SVOS), cui fanno da contraltare la nuova Virtual Storage Platform G1000 e i miglioramenti alla piattaforma di management Hitachi Command Suite e alle soluzioni convergenti Unified Compute Platform. Nelle intenzioni della società, combinare queste tecnologie permette di avere infrastrutture IT capaci di adattarsi, senza interrompere l’operatività, alle esigenze in continuo mutamento delle aziende. Anche perché, spiegano in HDS, “per operare nello scenario di oggi, che è sempre più dettato dalle esigenze di business, le aziende hanno bisogno di soluzioni tecnologiche e infrastrutturali che non richiedano continue modifiche e che soprattutto non interrompano la continuità operativa”.
La sesta generazione del sistema operativo HDS
Il primo tassello della strategia di cloud continuo è lo Storage Virtualization Operating System (SVOS), un nuovo sistema operativo destinato allo storage, che fornisce un’architettura software comune utile a raddoppiare il ciclo di vita dell’hardware, espande il portafoglio infrastrutturale di HDS e amplia i vantaggi della virtualizzazione dei server, facilitando il passaggio verso i data center software-defined, anche per soddisfare tutte le esigenze future di crescita senza richiedere ulteriori livelli di complessità. “Abbiamo lavorato intensamente allo sviluppo di SVOS, che è un’evoluzione degli apprezzati sistemi operativi di storage Hitachi: si tratta della sesta generazione dei nostri software di virtualizzazione, che già nelle ultimissime generazioni astraeva molto dall’hardware.
Oggi il percorso si completa, portando sempre più funzionalità direttamente nel software, e si tratta di funzioni avanzate come per esempio il tiering dinamico, la replica, il thin provisioning, la compressione e la security. A queste funzioni, l’hardware si occupa di aggiungere altri aspetti quali scalabilità, resilienza e prestazioni. Ma il valore aggiunto offerto da SVOS è che Hitachi è in grado di offrire via software funzionalità chiave, e lo fa già oggi con un sistema operativo ampiamente sperimentato e di classe enterprise”, ha sottolineato, in una conversazione con Data Manager, Sean Moser, senior vice president global portfolio & product management di Hitachi Data Systems.
La nuova Virtual Storage Platform G1000
Ma non solo: il nuovo sistema operativo offre anche una nuova funzionalità nativa, denominata Global Active Device, capace di fornire capacità distribuita su più sistemi e molteplici data center in modalità active-active, senza che vi sia necessità di utilizzare dispositivi specifici esterni ai sistemi. Nelle parole della società, si tratta di “una novità assoluta nel settore”. Infine, l’altro grande pilastro della nuova offerta è dato dalla Hitachi Virtual Storage Platform (VSP) G1000, che costituisce il primo sistema disponibile sul quale si può implementare a livello nativo SVOS. Tra le altre caratteristiche di rilievo, la nuova VSP G1000 può scalare da configurazioni molto piccole fino a quelle di gradi dimensioni, in grado di erogare più di 3 milioni di IOPS, superando i 48 GB/sec di ampiezza di banda utilizzabile e una performance di oltre 1,2 milioni di operazioni al secondo in configurazioni unificate.