Giovani italiani e tecnologia

I giovani italiani sono tra i primi al mondo per l’uso delle tecnologie emergenti nei contesti lavorativi nonostante le aziende non forniscano le tecnologie adeguate

E’ quanto emerge da una ricerca presentata da Accenture che ha coinvolto oltre 5500 giovani Millennials (i nati tra il 1983 e il 1996) di tutto il mondo per comprendere il loro rapporto con le tecnologie e capire come le future decisioni delle aziende nel campo IT potranno essere influenzate da una cultura più innovativa.

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A livello mondiale oltre un quarto dei Millennials (27%) interpellati si dichiara insoddisfatto della tecnologia fornita dalla propria azienda. Gli italiani, i cinesi e gli indiani sono i più scontenti: tra il 25% e il 57% di essi lamenta che 9 delle 13 “tecnologie aziendali” non corrispondono alle attese.

Nonostante ciò solo il 21% del campione italiano rivela di considerare la dotazione di tecnologie all’avanguradia come una variabile fondamentale nella scelta del posto di lavoro. Il 72% dei Millennials indiani e il 57% di quelli statunitensi lo considera al contrario un elemento importante nella scelta del lavoro.

I Millennials attivano nuovi canali di comunicazione

Analizzando il contesto mondiale, i Millennials di Italia Cina, India e Brasile e sono al primo posto per quanto riguarda l’uso di tecnologie emergenti in contesti lavorativi, un dato relativamente più basso nei Paesi europei e in Giappone.

La maggior parte dei Millennials di questi paesi comunica con i propri clienti attraverso chat online, instant messaging, messaggistica mobile e feed RSS, a scapito dei mezzi di comunicazione più tradizionali (di persona, telefonicamente e tramite email).

Gli italiani dimostrano già una grande confidenza con le chat online, l’instant messaging e la messaggistica mobile. Da sottolineare inoltre che le previsioni circa l’utilizzo di queste tecnologie innovative sono alquanto promettenti anche per il futuro.

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Nel continente americano e in Asia i Millennials preferiscono avere la possibilità di scegliere la propria tecnologia “preferita” sul posto di lavoro, al contrario degli europei che non considerano questo aspetto come una variabile determinante.

In particolate in Brasile, il 66% si aspetta di usare il proprio Pc, e un altro 66% le proprie applicazioni preferite), così come in India (63%, 68%) e Cina (68%, 58%),

L’Italia segue il trend europeo:
solo un terzo (36%) dei mid-Millennials italiani si aspetta, di poter usare il proprio computer preferito, e il 49% prevede di accedere anche sul lavoro alle proprie applicazioni preferite. La maggioranza è indecisa o accetterebbe anche le tecnologie fornite dalle aziende.

I Millennials non sentono l’esigenza di autorizzazioni aziendali

Il 39% dei mid-Millennials italiani (tra i 18 e i 22 anni) è costretto ad utilizzare il proprio cellulare sul posto di lavoro. Una situazione simile viene registrata in Australia, Stati Uniti e Regno Unito. In India e Cina, invece, accade rispettivamente solo nel 17% e nel 21% dei casi.

I Millennials scaricano regolarmente sul posto di lavoro tecnologie non standard da siti Web e comunità open source. Il dato è confermato dal fatto che solo il 33% degli intervistati italiani (34% la media internazionale) ricevono dalla propria azienda policy dettagliate sull’utilizzo di siti Web pubblici e informazioni relative alla propria azienda e ai propri clienti; il dato più basso 25%, si registra in Francia e India,

Infine dalla ricerca emerge come la privacy sembra essere in via di estinzione, il 34% degli italiani (appena sopra la media internazionale del 30%) afferma di scrivere liberamente online informazioni personali.

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I Millennials cinesi (51%), giapponesi (37%) e brasiliani (36%) sono i più disponibili a condividere le proprie informazioni nella rete. I più riservati, che non pubblicano mai o solo raramente online informazioni personali sono i Millennials indiani (50%), canadesi (50%) e francesi (45%).