Nella previsione di Nokia Siemens Networks entro quell’anno il traffico annuale di dati in mobilità salirà a 23 Exabytes. Sarà come se 6,3 miliardi di persone scaricassero ogni giorno dalla rete un libro digitale. Ma come si comporterà l’infrastruttura di rete?
Il recente Mobile World Congress di Barcellona ha testimoniato come un vero e proprio tsunami di smartphone si stia abbattendo sul mercato delle telecomunicazioni mondiali.
La semplificazione della tecnologia per facilitare l’utente finale rende l’accesso alla rete alla portata di chiunque. Un esempio per tutti, la tecnologia “touch screen” e la diffusione esponenziale di apparecchi come l’Iphone e quella prevedibile di tablets quali l’Ipad.
Basti pensare che, a quanto riferisce la società di ricerche Informa, l’operatore AT&T nel terzo trimestre dell’anno passato ha raggiunto 4,3 milioni di apparecchi in abbonamento postpaid dotati di 3G wireless integrato e di questi 3,2 milioni sono state attivazioni di iPhone.
Secondo Gartner la vendita degli smartphone crescerà del 33% anno su anno nel 2010 ed è previsto raggiungano il 43% di tutti gli apparati mobili nel 2013.
Come reagirà l’infrastruttura di rete ad un simile impatto?
Secondo un importante operatore di telecomunicazioni europeo, vedere un video su YouTube in mobilità è paragonabile alla spedizione simultanea di 500.000 (mezzo milione) di sms.
Ancora Informa riporta che Ovi di Nokia registra circa 1 milione di download al giorno e Apple ne registra ca. 3 milioni. Si prevede addirittura che nel 2011 il 50% del traffico sarà voce e 50% di dati in mobilità.
“La capacità della rete è soltanto uno dei problemi.” Ha affermato Alessandro Di Salvo, head of Networks Sales per il Sud Europa di Nokia Siemens Networks.
“Infatti la mobilità porta con se una connettività intermittente ed un continuo spostamento che, uniti all’incredibile aumento di apparecchi “smart”, richiedono alle reti mobili a banda larga di essere molto più intelligenti nella gestione della crescita del traffico.”
Cosa avviene infatti tra uno “smart device” e la rete?
L’apparecchio, dopo essersi collegato, essere stato riconosciuto dalla rete e quindi dall’operatore, essere assegnato al corretto piano tariffario e dovendo garantire al suo possessore un costante collegamento in download e upload di dati, segnala senza sosta i suoi spostamenti alla rete stessa.
In particolare effettua un continuo scambio di messaggi con le varie celle per segnalare la sua posizione. Questo continuo processo di scambi di messaggi di segnalazione si chiama “signaling”.
Gli “smartphone” sono per elezione apparecchi ideati per l’utilizzo delle più svariate applicazioni. Queste a loro volta, nella maggior parte dei casi, devono essere collegate alla rete per poter “rendere” al meglio.
Ecco quindi che il traffico aumenta vertiginosamente in quanto le applicazioni stesse generano uno scambio frequente di informazioni con la rete, contribuendo a scatenare un traffico di “signaling” che si somma a quello relativo al funzionamento ordinario dello smart device.
Per fare qualche esempio: gli smartphone di ultima generazione offrono sul display le cosiddette “widgets” icone che in realtà sono accessi ad applicazioni “always on” e che molto frequentemente si aggiornano in modo automatico scaricando dati dalla rete: le previsioni del tempo aggiornate, l’orologio collegato ad internet, il banner delle breaking news, i social networks, la web radio e molte altre ancora.
Il “signaling” è una tipologia di traffico di rete che, oltre ad essere costoso per l’operatore, rischia fortemente di congestionare la rete.
“Il processo di signaling avviene in qualche millisecondo ed N volte quando l’utente si sposta da una cella della rete ad un’altra.” ha spiegato Di Salvo. “Proviamo ad immaginare cosa comporta tutto questo per la rete durante l’orario di punta, quando milioni di persone sono in movimento.
Proviamo anche a pensare che impatto ha tutto ciò sul consumo della batteria del nostro “smart device”. E’ facile immaginare come la batteria del nostro apparecchio si prosciughi a grande velocità. Non è solo un problema dell’apparecchio, ma anche dell’inefficienza delle reti nel reggere un impatto di tali proporzioni.”
Grazie alla sua visione e grazie alla sua previsione dello sviluppo della mobilità, Nokia Siemens Networks è attualmente l’unico vendor di infrastrutture a fornire nelle sue reti uno standard industriale – comune negli smartphone – che permette di ridurre di due terzi l’attività di “signaling”, e che consente al contempo un importante aumento delle prestazioni della batteria dell’apparecchio “smart”.
Questo standard è chiamato Cell_PCH. Utilizza il “Paging Channel (PCH)” per spegnere sia il trasmettitore che il ricevitore dell’apparecchio, portandoli in uno stato di risparmio energetico pur mantenendo una connessione dedicata.
Senza impattare negativamente sull’esperienza dell’utilizzatore in termini di velocità di accesso ai dati, il risultato è significativo: il consumo del terminale è ridotto al minimo e il carico di “signaling” alla rete decresce in modo sostanziale.
Nokia Siemens Networks ha incentrato la propria presenza al recente Mobile World Congress a Barcellona proprio sull’approccio dell’utilizzatore di apparecchi “smart” anticipandone le necessità in termini di fruibilità totale del suo apparecchio attraverso infrastrutture affidabili ed efficienti.