“Grazia reale postuma” per Alan Turing

La regina Elisabetta II ha firmato la “grazia reale postuma” ad Alan Turing, pioniere dell’informatica, matematico geniale ed eroe inglese, che grazie al suo lavoro di decrittazione dei messaggi cifrati tedeschi e con l’aiuto del suo team contribuì in modo decisivo alla vittoria degli Alleati nella Seconda Guerra mondiale e ad abbreviare i tempi del conflitto, salvando innumerevoli vite umane. Nonostante i servizi resi al suo paese, il brillante scienziato fu condannato a una fine tragica.

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Intelligenza artificiale e macchine pensanti

Turing nasce a Londra nel 1912. Frequenta la Sherbone, famosa scuola pubblica inglese con forte focus sulle materie umanistiche. Turing invece dimostra notevoli doti nelle scienze e nella matematica e sfiora perfino una carriera da atleta. Frequenta il Kings College di Cambridge dal 1931 al 1934, pubblicando nel 1936 un lavoro che introduce il concetto di una macchina ideale – mai costruita effettivamente – nota come macchina di Turing, in grado di eseguire algoritmi e di risolvere problemi matematici. Nel 1950 pubblica invece un lavoro sull’intelligenza artificiale, ponendo la domanda se fosse possibile per una macchina essere cosciente e pensare, e dando risposta affermativa giustificata con un famoso esperimento, il test di Turing. Il suo lavoro nel campo dell’intelligenza artificiale ha posto le basi per lo sviluppo delle conoscenze per costruire “macchine pensanti”.

 

Bletchley Park

Bletchley Park, mezz’ora di treno da Londra. La verde campagna inglese è il posto ideale per una compagnia di amici che vanno a caccia e vogliono passare dei giorni in allegria. Questa era la “copertura” per chi avesse visto quel gruppo di persone nella tenuta del parco, nell’agosto 1938, senza sospettare che si trattasse in realtà di un gruppo di specialisti di crittanalisi, decifrazione, matematici di altissimo livello reclutati dalle migliori università e agenti del MI6. L’area fu presa in considerazione come luogo per il lavoro segreto dei “codebreakers”, i decifratori di messaggi nemici in codice, poi scelta definitivamente nel 1939 grazie alla sua non eccessiva distanza da Londra, che gli inglesi prevedevano avrebbe potuto essere attaccata dai nazisti.

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Enigma

Forse il più famigerato codice della Seconda Guerra mondiale, Enigma era la macchina con cui i tedeschi cifravano i messaggi per i sottomarini, e che lo stesso Hitler usava per mandare messaggi in codice ai capi delle sue forze armate. Intercettare e decifrare quelle comunicazioni era quindi d’importanza vitale per decidere le sorti della guerra. Enigma era la priorità numero uno degli analisti di Bletchley Park. Hitler la considerava inviolabile: 159 milioni di milioni di milioni di combinazioni possibili, impossibili da analizzare per qualsiasi mente umana. Ma gli inglesi non partivano da zero. Già nel 1932 i polacchi avevano studiato la logica di Enigma, e proprio grazie a loro gli stessi inglesi disponevano ora di un modello perfettamente funzionante della macchina. Solo che le cose erano cambiate dal 1932. Allora il codice di Enigma cambiava solo una volta in alcuni mesi. Adesso invece cambiava almeno una volta al giorno…

Violare il codice

Turing e il suo collega Gordon Welchamn ideano un apparecchio elettromeccanico per decifrare Enigma, chiamato “La bomba”. Era una macchina pesante una tonnellata e divisa in 3 sezioni, contenente ognuna 12 colonne di 3 rotori ciascuna, che potevano essere regolati secondo le 26 possibili combinazioni di Enigma. La macchina ricercava quotidianamente le combinazioni in cui i messaggi tedeschi potevano essere cifrati, riducendo esponenzialmente il numero di possibilità grazie all’applicazione di criteri logici. In questo modo il numero di combinazioni risultava estremamente ridotto, e i test finali per violare il codice potevano essere compiuti dai crittonanalisti su un numero di combinazioni molto più gestibile. La genialità di Turing si rifletteva non solo nel meccanismo di funzionamento della “Bomba”, ma anche nella riduzione dell’enorme complessità del sistema tedesco a principi semplici e del tutto “umani”. I messaggi dei nemici contenevano spesso formule burocratiche, di routine (esempio “Nulla di nuovo”), che potevano essere utilizzate come chiavi per risalire al resto del messaggio. Usando un linguaggio banale e burocratico, gli stessi operatori tedeschi hanno involontariamente dato un contributo a decifrare un codice altrimenti inviolabile…

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Successi dei “codebreakers”

Il contributo dei decifratori dei messaggi durante la guerra è stato decisivo su molti fronti, dalla localizzazione degli U-Boot al supporto strategico in Africa contro Rommel, fino alla violazione dei messaggi segreti di Hitler agli alti comandi delle sue forze armate. Ma nel 1942, i tedeschi misero a punto un nuovo codice Enigma, più complesso e difficile da decifrare. Questo richiese un ulteriore sforzo da parte degli inglesi, che alla fine culminò nella costruzione di Colossus, il primo computer elettronico semi-programmabile al mondo. Per coprire i risultati eccezionali conseguiti dall’intelligence e mantenerli top-secret durante la guerra, il governo inglese fece trapelare la falsa versione dell’esistenza di una spia che aveva reti di informatori in tutta Europa. La vera storia di Bletchley Park e degli uomini straordinari che vi lavorarono, non venne resa pubblica che molto tempo dopo la fine della guerra.

La fine di un genio

Una mela avvelenata. Una vita finita con il suicidio. Alan Turing, il genio più famoso di Bletchley Park, fu condannato per “grave indecenza” quando l’Inghilterra considerava un reato l’essere omosessuali. La sua relazione con Arnold Murray gli fu fatale. Fu costretto per un anno ad assumere ormoni femminili, che causarono gravi effetti collaterali come fortissime crisi depressive. Nel 1954, all’età di 41 anni, si suicidò mangiando una mela in cui aveva iniettato del cianuro. Nel 2009 arrivarono le scuse postume dell’allora premier inglese Gordon Brown, mentre a dicembre 2012 undici scienziati tra cui Stephen Hawking chiesero gli venisse concessa la grazia postuma. Ora la regina d’Inghilterra ha firmato l’atto, con cui un intero paese riconosce definitivamente il valore di uno dei suoi più grandi figli. L’Association for Computing Machinery, fondata nel 1947 e di primaria importanza tra le associazioni scientifiche dedicate all’informatica, assegna annualmente un premio intitolato ad Alan Turing, lo “A.M. Turing Award”, alle personalità che si distinguono nel mondo dell’informatica con contributi di assoluto valore.

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