“Il mio grande fallimento nei dieci anni che mi hanno visto alla guida di Google come Ceo (ruolo ora passato nelle mani di Larry Page) è stato di non essere riuscito a formulare una proposta in grado di competere con quanto realizzato da società come Facebook”.
E’ quanto affermava poche settimane fa Eric Schmidt ricordando quanto successo negli ultimi anni nella galassia Google. Che questo fosse il cruccio più grande di Schmidt è risaputo. L’onda del social networking aveva colto impreparata l’internet company e aveva decretato il successo di Facebook, l’azienda che con i suoi 600 milioni di utenti è diventata il simbolo della nuova dimensione sociale della rete e che sulla logica dell’identità sociale ha costruito il proprio modello di business.
Per Facebook significa essere la piattaforma che in prospettiva può garantire una più ampia rendita pubblicitaria. Un business da cui Google non può e non vuole sottrarsi. La risposta a Facebook è stata ora formulata attraverso Google +, attualmente in versione trial, che dovrebbe essere disponibile in forma definitiva nel corso dell’anno.
L’approccio è simile a quello di altri social e mira a dare la possibilità agli utenti di creare proprie comunità attorno a interessi e ambienti specifici. Ma l’intento di Larry Page è quello di rendere Google + un’applicazione appetibile anche per la dimensione dell’utenza business e integrarla all’interno della suite Google Apps.
Creare del gruppi di utenti attorno a singole aree di interesse, utilizzo di servizi di comunicazione in chat e video, Google + vuole promuovere un social networking più razionale e sofisticato di Facebook, un vero strumento di collaboration che può innescare un rinnovato interesse anche da parte dei profili di utenza business.