Google Suggest finisce in tribunale

Il Tribunale di Milano dichiara BigG responsabile per i “suggerimenti diffamatori” ai danni di un imprenditore

La notizia è di qualche giorno fa: digitando nel campo del motore di ricerca di Google il nome e cognome di un noto imprenditore italiano del settore finanziario (A.B.), il completamento automatico proponeva tra i risultati correlati le parole “truffa” e “truffatore”.

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L’imprenditore in questione non è certo stato a guardare e dopo aver segnalato il problema al motore di ricerca senza però ottenere alcun riscontro, si è rivolto al Tribunale di Milano chiedendo al giudice un provvedimento che imponesse a Google di eliminare questa associazione di termini.

Da parte sua BigG ha tentato di difendersi sostenendo che il servizio di auto completamento rappresenta un semplice algoritmo basato su valutazioni statistiche e che quindi non “crea” associazioni terminologiche. Google, quindi, non sarebbe direttamente responsabile dei suggerimenti proposti.

“E’ la scelta a monte e l’utilizzo di tale sistema e dei suoi particolari meccanismi di operatività a determinare – a valle – l’addebitabilità a Google dei risultati che il meccanismo così ideato produce; con la sua conseguente responsabilità extracontrattuale (ex art. 2043 c.c.) per i risultati eventualmente lesivi determinati dal meccanismo di funzionamento di questo particolare sistema di ricerca”, è quanto invece si legge nella sentenza.

Google d’ora in poi dovrà quindi filtrare i suggerimenti potenzialmente “pericolosi”, oltre a dare la possibilità di richiedere la cancellazione di parole poco gradite.

E voi, avete controllato il vostro nome?

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