Mountain View e il sito di microblogging lanciano l’allarme sulle interferenze dei Governi in materia di dati personali e contenuti in Rete. Gli Stati Uniti sono uno dei Paesi che ha inviato più richieste di rimozione
Google e Twitter sottolineano come l’interesse dei Governi mondiali verso i dati personali diventi sempre più forte. Nei loro “rapporti di trasparenza” le due aziende mostrano come gli esecutivi abbiano aumentato le richieste di cancellazione di contenuti e di consegna dei dati personali degli utenti così come le denunce per violazione di copyright. Il discorso non è stato toccato alla conferenza dell’ITU svoltasi a Dubai qualche mese fa e quindi le due aziende intendono ora muoversi di propria iniziativa.
Google: “Il Governo ti osserva”
Nel suo Rapporto di Trasparenza Google ha sottolineato come siano in aumento le ingerenze dei Governi, in particolare quello degli Stati Uniti, in materia di privacy. Ogni mese l’azienda di Mountain View riceve 1.400 richieste da diversi Paesi per visionare le comunicazioni online dei rispettivi cittadini. Chris Gaither, portavoce dell’azienda, ha fatto sapere a Bloomberg che sia Google che altre aziende (Mozilla potrebbe essere una di queste) stanno studiando il lancio di un’attività di lobby per aggiornare la Electronic Communications Privacy Act, varata nel 1986 e considerata inadeguata agli standard odierni. Google intende così equiparare legalmente i documenti digitali a quelli cartacei impedendo così alle Autorità di sbirciare tra la posta elettronica e i contenuti online degli utenti senza mandato. Sembra infatti che due terzi delle 8.438 richieste di accesso ai dati personali pervenute a Google nella seconda metà del 2012 siano avvenute senza un mandato di perquisizione.
Bisogna dire che Google ha dimostrato un comportamento ambivalente nei confronti della privacy in Rete. Nonostante sottolinei la necessità di maggiore trasparenza e libertà in Rete, in Cina ha eliminato il sistema che segnalava agli utenti i contenuti censurati.
Twitter: “Uno scambio aperto di informazioni avrà un impatto globale positivo”
Twitter è sempre stato molto attento alla privacy e alla libertà di parola in Rete. Il sito di microblogging, ad esempio, è stato uno dei mezzi attraverso cui la popolazione della Siria è riuscita ad aggirare la censura del governo di Assad. Così come Google, anche Twitter ha redatto un proprio Rapporto di Trasparenza in cui illustra le tipologie e la quantità di richieste di informazioni sugli utenti, rimozione dei contenuti e denunce per presunta violazione di copyright. Il social network ha sottolineato come su 1.858 richieste relative a 1.433 account, 815 provengono dal governo Usa. Alcune richieste sono comunque legittime, come nel caso della Francia che ha chiesto a Twitter di consegnare i dati personali degli utenti che aizzano al razzismo con i propri tweet.
“Crediamo che uno scambio aperto di informazioni avrà un impatto globale positivo. In sintesi, è vitale per noi (e gli altri creatori di servizi in rete) essere trasparenti in merito alle richieste dei Governi che riguardano le informazioni degli utenti e la rimozione di contenuti. L’aumento di queste istanze può provocare un serio rallentamento della libertà di espressione e reali implicazioni in materia di privacy”. – ha scritto Jeremy Kessel, manager per le policy legali di Twitter sul blog dedicato – “La nostra speranza è che una maggiore consapevolezza riguardo ciò possa aiutare in due diverse direzioni: primo, una maggiore conoscenza dell’opinione pubblica delle richieste invasive da parte dei propri Governi; secondo, permettere ai governanti di prendere decisioni più consapevoli. Tutto quello che facciamo è per un Internet più aperto e sicuro”.