Addio a WebKit, Big G sceglie l’open source per Chrome e Chrome OS
Non sarà un semplice arrivederci, ma un vero e proprio addio. Google ha annunciato che non utilizzerà più il framework WebKit all’interno del proprio browser web, ma svilupperà in casa un proprio motore di rendering chiamato Blink. “Oggi presentiamo Blink – si legge in un post del software engineer di Google Adam Barth – un nuovo motore di rendering open source basato su WebKit”.
La decisione
Il fatto che il passaggio da un motore all’altro non sarà semplice è chiaro fin da subito ed è la stessa Google ad ammetterlo: “Sappiamo che i miglioramenti saranno evidenti, ma non è stata una decisione semplice, l’introduzione di un nuovo motore di rendering richiede parecchio lavoro”. Il motivo principale di questo passaggio sarebbe il vantaggio di avere più motori di rendering da utilizzare internamente. A questo punto pare vi possano essere ancora chance per WebKit, almeno per l’implementazione di applicazioni minori o in fase di testing. Sul blog di Chromium sono descritte le caratteristiche e i principi di sviluppo di Blink, informazioni basilari per chiunque voglia collaborare al progetto.
La storia di WebKit
WebKit è stato sviuppato dalla Apple nel 2001 come successore di KHML ed è diventato un progetto open-source quattro anni dopo grazie alla collaborazione della comunità di sviluppatori indipendenti. WebKit è attualmente il motore del browser di Apple Safari e di Chrome come tecnologia condivisa. I concorrenti sono virati altrove: Firefox utilizza il motore chiamato Gecko e Internet Explorer il layout Trident. Pare che anche Opera comincerà a utilizzare Blink mollando WebKit appena Google lo renderà disponibile.