Miliardone

Pochi giorni fa Mark Zuckerberg, famoso inventore e leader indiscusso di Facebook, ha dichiarato con grande enfasi e soddisfazione il raggiungimento di un traguardo che avrebbe dell’incredibile: il “primo” miliardo di utenti attivi e connessi! Utilizzo il condizionale e non un presente più positivista semplicemente perché il dubbio che si sia veramente raggiunto il numero di 1.000.000.000 di “persone singole” e “attive” sul social network più popolare al mondo c’è, onestamente.

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Cosa diversa se avesse invece annunciato il raggiungimento del miliardo di “account”, senza stare a specificare più di tanto il fatto che siano veramente tutti pienamente vivi e vegeti, e la notizia avrebbe comunque fatto scalpore, senza il velo della mezza verità che sa tanto, anzi troppo, di marketing. Sì, perché è innegabile che se anche da quel miliardo – tolti gli account dimenticati nel tempo, quelli che si sarebbe voluto cancellare e non si è fatto, quelli che sono aperti dalla stessa persona, quelli impersonali legati a strutture o associazioni etc etc – arrivassimo anche solo alla metà di veri e propri uomini e donne, dalla signora Rossi in Italia al mr Smith in USA, sarebbe comunque qualcosa di grande, che solo una decina di anni fa ci sarebbe parso semplicemente fantainformatica, non trovate?

Proviamo a far peccato, allora, ovvero a pensar male anche se rischiamo di azzeccarci, come ci ha insegnato un famoso politico qualche anno fa: cosa ci sta veramente dietro questo annuncio roboante? Aldilà dell’anche giustificabile orgoglio, Facebook è in qualche modo a una svolta di tipo finanziario: il tentativo, anche coraggioso considerati i tempi, di quotarsi in borsa è stato un piccolo bagno di sangue, considerato che l’azione all’Ipo valeva 38 dollari e qualche giorno fa all’incirca 22. Occorre quindi trovare altre strade di business, combinazione comunicate a seguito del miliardone raggiunto: varie forme di ricavo attraverso nuovi modelli di pubblicità e gestione applicazioni.

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Ottenere anche poco da tanti potrebbe essere un veicolo di crescita. Ho anche letto con una certa curiosità che Mark starebbe studiando il cinese e avrebbe già fatto viaggi in asia per capire come entrare in un mercato di un “altro” potenziale miliardo di utenti che oggi usa altri social network. Non vi nascondo che questa sua caparbietà e volontà mi affascina e in qualche modo mi rammenta un nostro grande antenato, Marco Polo, che viaggiando e “navigando” con ben altri mezzi che non furono – ahilui – quelli comodi di internet e del broadband, mise in collegamento l’occidente con l’estremo oriente e “socializzò” il tutto attraverso un libro che chiamò “il milione”…tre zeri in meno rispetto a Mark ma cosa volete farci, in settecento anni l’inflazione è stata galoppante … Meditiamo, Gente, meditiamo…e, visto il tema, seguiteci anche su facebook dove Data Manager è ben presente…:-)

 

Tratto dall’editoriale della newsletter di DMO. Per iscriverti alla Newsletter registrati al portale cliccando qui

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