Il rapporto di Consumer Reports sullo Stato della Rete evidenzia le criticità del social network: raccolta dei dati, applicazioni e cyberbullismo in cima alla lista
Il tema è di quelli che fa tremare la sedia di Mark Zuckerberg, capace di farli passare la gioia per l’imminente esordio in Borsa. Poco più di 2 mila famiglie sono state intervistate online per stilare l’annuale Stato della Rete da parte del sito Consumer Reports. Sulla base dei numeri, sono stati estrapolati i risultati della ricerca che rappresentano uno specchio di 188 milioni di utenti nel Nord America. Il pubblico di Facebook è eterogeneo ma molto simile quando si tratta di privacy e protezione dei dati personali; non sorprenderebbe che una ricerca del genere possa dare risultati vicini anche in Italia e in Europa. Lo studio solleva allarmi circa le pratiche di Facebook riguardo il tema dei dati sensibili, distinguendo la tipologia di “preoccupazioni” in alcune categorie: condivisione, sottostima della privacy, raccolta dei dati, cyberbullismo e molestie.
Over-sharing
Secondo lo studio circa 4,8 milioni di utenti di Facebook hanno postato almeno per una volta i loro progetti per la giornata, un incredibile database nelle mani di ladri e malintenzionati che potrebbero sapere quando siete in casa o fuori a fare altro. Jeff Fox, editor di tecnologia a Consumer Reports, ha riportato come il 10-15% degli utenti del social network imposta i propri status come “pubblici” piuttosto che visibili solo agli amici, il che vuol dire almeno 500 mila dei 4,8 milioni citati prima.
Sottostima della privacy
Consumer Reports dichiara come 13 milioni di utenti non hanno impostato, o non sanno come impostare, gli strumenti per la privacy di Facebook. Il network ha risposto andando incontro agli iscritti introducendo passaggi più semplici all’inizio della scorsa estate avvisando gli utenti di impostare la protezione della privacy al livello preferito, ricordando che alcuni gruppi richiedono impostazioni predefinite più sicure.
Raccolta dei dati
“Facebook raccoglie più dati di quanto si possa immaginare” – avverte Consumer Reports, e questo è molto probabilmente molto vero. Il sito tiene sotto controllo l’attività degli utenti sia dentro che fuori dal sito, a volte anche quando non si è taggati Facebook riesce a gestire le attività attraverso i cookie che seguono gli utenti del web quando visitano siti dove è incorporato il “mi piace” di Zuckerberg.
Cyberbullismo e molestie
L’11% delle famiglie che utilizza Facebook ha avuto problemi di bullismo legato al web nell’ultimo anno. Il dato, fornito sempre dal report, è ancora più pesante se viene associato agli 800 mila bambini sotto i 13 anni perseguitati o sottoposti a forme di bullismo tramite Facebook. Questi casi possono variare dal prendere in giro su luoghi comuni a forme più estreme e pericolose di rifiuto sociale.