C’era la sorveglianza online nell’ordine del giorno dell’udienza tenuta dal Comitato per le libertà civili del Parlamento Europeo nell’incontro tenutosi in settimana a Bruxelles. Punto focale è stato il numero di richieste dati fatte dai governi dell’Unione Europea a Facebook, riguardo i suoi utenti. Molte di queste interessano gli iscritti in Italia, Francia e Germania, mostrando come la prassi statunitense di interessarsi a quello che le persone fanno sui social network venga condivisa anche al di qua dell’oceano.
Italia sul gradino degli spioni
Richard Allan, direttore per le policy pubbliche di Facebook in Europa, Medio Oriente ed Africa, ha sottolineato come il social network abbia ricevuto 8.500 richieste dai governi dell’Unione Europea riguardo a 10.000 account nei primi sei mesi del 2013. Un numero che é molto vicino a quello che riguarda gli Stati Uniti dove le richieste del governo sui dati degli iscritti sono state 12.000 nel primo semestre dell’anno in corso, con una base utenti che arriva a 21.000. I paesi della UE che hanno effettuato il più alto numero di richieste a Facebook sono stati la Gran Bretagna con 1.975 richieste, la Germania con 1.886 richieste e l’Italia con 1.547 richieste. Come ha spiegato Allan, solo una minima percentuale delle richieste vede attuazione. L’incontro del Comitato è poi proseguito ieri quando la discussione si è spostata sullo stato della sicurezza informatica delle istituzioni europee e sul ruolo delle agenzie di Intelligence del continente. Si attendono i risultati delle sessioni.